Pontedera, 5 agosto 2010 - Per morire aveva scelto una nicchia dell’antico muro di villa Baciocchi, nella parte alta e più antica di Capannoli. Secondo la veterinaria che l’ha curato e salvato è rimasto in quell’anfratto di muro per due giorni, esanime, quasi dissanguato e con le larve delle mosche che stavano infestando la ferita. L’ha visto un signore che ha avvertito il Comune.

 

"Sono stata avvertita da Fabiano Bernardeschi — racconta la dottoressa Marta Fabbri, con ambulatorio veterinario a Capannoli, in via Gramsci — e sono subito andata a vedere di cosa si trattava. Pensavo di trovare un gatto colpito da una freccetta, invece quando ho visto che era stato infilzato dall’alto, quindi volutamente, con una freccia da balestra di cinquanta centimetri sono rimasta scossa anch’io che in questi anni di attività e in una zona di cinghialai come questa di animali feriti, cani e gatti colpiti con arma da fuoco, ne ho visti parecchi. Nel caso del gatto rosso tigrato ho visto proprio l’atto vile, da vigliacchi, perché si vede bene che l’animale è stato mirato e colpito dall’alto verso il basso".

 

E’ probabile che il micio sia stato ferito da una finestra, ma non è stato possibile ancora stabilirlo anche se sono in corso indagini da parte dei carabinieri e dei vigili urbani. In zona non ci dovrebbero essere tanti possessori di balestre.

 

"Ho anestetizzato il gatto — continua ancora la dottoressa Fabbri — e l’ho portato in ambulatorio e subito operato. Ora sta meglio, ha ricominciato a mangiare. Certo che è ancora debole, ma muove tutti gli arti e questo è un buon segno, vuol dire che la freccia non ha provocato lesioni. Un episodio così brutto non mi era mai capitato, devo essere sincera, e mi ha dato proprio fastidio".

 

Il proprietario del gatto, che è castrato, non è stato ancora ritrovato. La dottoressa e la Dav di Pontedera, che si è subito occupata del caso presentando denuncia contro ignoti e annunciando che si costituirà parte civile in un eventuale processo, lanciano un appello affinché qualcuno adotti il micione nel caso in cui non si dovessero far vivi i padroni.

 

"Io non posso tenerlo — precisa la dottoressa Fabbri — ne ho già dieci di gatti". Le spese per l’intervento e le cure se le accollerà il Comune, quindi chi adotterà il micione rosso tigrato non dovrà pagare niente. Darà solo una famiglia a un gatto che stava per morire per colpa di un incivile incosciente.