Battaglia tra associazioni, si allontana la "regia" unica del conciario

Scambi di accuse tra le due organizzazioni di categoria del Comprensorio del Cuoio

I vertici di Ponte a Egola

I vertici di Ponte a Egola

Ponte a Egola, 27 maggio 2016 - Nervi tesi nel mondo conciario del Comprensorio. Ora l’associazione unica dei conciatori del Comprensorio del cuoio è più lontana. Le parole di Franco Donati, presidente di Associazione, sono arrivate pesanti come piede sull’altra riva dell’Arno. «Siamo amareggiati, più che arrabbiati – dice il presidente del Consorzio Conciatori di Ponte a Egola Michele Matteoli –. Se il ‘passo’ è questo non arriveremo mai all’obiettivo di una regia unica per il comparto: a Santa Croce hanno fatto l’assemblea aperta a tutto il mondo produttivo del territorio (dal Vero Cuoio alla Vera Pelle al Vegetale ecc...), alle banche, alle istituzioni, e non hanno invitato i conciatori di Ponte a Egola». «Abbiamo anche chiesto conferma se ci fosse stato un errore e ci hanno risposto che non eravamo nella lista degli invitati – spiega Matteoli –. Questo dice e spiega tutto. Anche se speriamo, lo speriamo davvero, che sia stata una decisione del presidente Donati e non dell’intero Cda, perché vorrebbe dire che allora la strada oltre che allungarsi si fa anche in salita». Ma facciamo un passo indietro. Nei giorni scorsi il Consorzio Conciatori e il Consorzio depuratore di Ponte a Egola hanno tenuto l’assemblea annuale degli associati che, per scelta, non è aperta a soggetti esterni se non i conciatori. Era presente però Donati, in qualità di socio visto che ha un’azienda a Ponte a Egola. In quell’occasione Donati è intervenuto chiedendo spiegazioni. Poi è stata la volta di Santa Croce, con l’assemblea aperta da alcuni anni e alla quale è sempre stato invitato il Consorzio. Non quest’anno e forse perché Matteoli, nella sua relazione, ha rilanciato la sfida dell’associazione di zona.

«L’accusa di remare contro all’associazione unica – rileva Matteoli – è pretestuosa: io sono presidente da un anno e ho dato ampia disponibilità, il passato non m’interessa e voglio ricordare che mentre a Ponte a Egola si sono succeduti vari presidente prima di me a Santa Croce il triumvirato è sempre, più o meno lo stesso. Loro sanno perché non si fa l’associazione unica, non hanno bisogno di chiederlo ad altri».  «O forse – attacca – non ci hanno invitato perché, davanti a quello che è stato detto, sarei intervenuto, avrei dato spiegazioni come le ha ricevute in assemblea a Ponte a Egola, avrei contestato alcune rilevazioni che sono state fatte. Donati sa benissimo che a Ponte a Egola si depura un’acqua del 30% più sporca che a Santa croce, che all’interno della nostra tariffaci sono dentro tutti gli investimenti, che i conciatori hanno un uso medio minore e soprattutto che, unico dato che conta, il costo al chilo è pressoché equivalente. Siamo disponibili al confronto nelle sedi opportune». «Questa è l’ennesima puntata di un film già visto da anni con i soliti protagonisti – conclude – Un copione che parte da Federconcia e arriva fino a Valdacque che è finita, quest’ultima, perché il ministero non l’ha voluta nell’accordo di programma.Questa è la verità». Le ‘rive’ sono lontanissime.