«Caso profughi», la Cgil accusa: «Questa non è accoglienza»

Il sindacato non risparmia critiche a tutti i soggetti coinvolti: «Così offriamo un soggiorno coatto» Piena condivisione però e paluso all’impegno del Prefetto di Pisa che ha annunciato indagini

Profughi in Italia

Profughi in Italia

Santa Croce, 26 marzo 2015 - Scende in campo anche la Cgil nel ciclone di polemiche che hanno investito Santra Croce per il «caso profughi». Parole dure dal sindacato. « La scelta, molto diversa dal passato, di imporre alle comunità locali un certo numero di profughi ha a nostro avviso più il profilo del “soggiorno coatto” che quello della reale accoglienza – si legge in una nota – Come, infatti, si possa parlare di accoglienza senza coinvolgere coloro, istituzioni e comunità interessate che accolgono, è una domanda a cui vorremmo venisse data risposta da chi ha deciso, ai vari livelli, che il confronto e la collaborazione fossero un’ inutile perdita di tempo. In questo senso consideriamo l’appuntamento di martedì 31 marzo un’occasione, benché tardiva, per cercare di recuperare quel dialogo istituzionale e sociale che anche nel recente passato ha consentito di gestire al meglio situazioni di emergenza».

«Per la Cgil, infatti, accoglienza di persone che hanno già subito i traumi di guerre e calamità significa lavorare per costruire percorsi di inserimento finalizzati a ricostruire forti spazi di relazioni umane tra i soggetti interessati dall’accoglienza ed il contesto che li accoglie – prosegue la nota – In questo senso la realtà cozza con il merito delle scelte prodotte che sembrano seguire piuttosto altre logiche, innanzitutto economiche. Pensare di far vivere queste persone in una struttura fatiscente come l’ex Hotel Cristallo da anni disabitata è un’ipotesi che stride plasticamente con qualunque idea di accoglienza dignitosa e appare invece più come una scelta non adeguatamente meditata che rischia di minare profondamente quel modello di convivenza e integrazione che, grazie ad anni di lavoro e impegno istituzionale e comunitario, ha fatto del comune di Santa Croce sull’Arno un esempio virtuoso anche a livello nazionale». «Se a questo si aggiungono le voci, tutt’altro che rassicuranti, che sembrerebbero legare il soggetto ritenuto aggiudicatario della gara alle recenti criminali e vergognose vicende dell’inchiesta “Mafia Capitale” allora il quadro, tutto negativo, è completo – conclude la nota – Bene fa quindi il prefetto a fare luce piena su questo ultimo aspetto nonché, nella riunione del 31 marzo, a cercare di recuperare un rapporto con le istituzioni e le comunità interessate; e bene ha fatto il sindaco di Santa Croce a riproporre il “modello toscano” fatto di dialogo e partecipazione come presupposto per una reale politica di accoglienza».