Calcioscommesse, perquisizioni anche a Pontedera. Indagati Ascari, Bagnoli e Balde

Scommesse illecite, nel mirino la sfida fra Aquila e Tuttocuoio / CALCIOSCOMMESSE, NUOVA BUFERA. CI SONO ANCHE PARTITE "TOSCANE" / NOMI, VOLTI, PARTITE / TRENTA SQUADRE NEL MIRINO - VIDEO

 Un’azione della partita fra Aquila e Tuttocuoio del 25 marzo scorso

Un’azione della partita fra Aquila e Tuttocuoio del 25 marzo scorso

Pontedera, 20 maggio 2015 - L'inchiesta della Procura di Catanzaro sul calcio scommesse – che ieri ha provocato un vero e proprio terremoto in tutta Italia – si abbatte anche dalle nostre parti e in particolare a Ponte a Egola e Pontedera. Tra le partite finite sotto la lente di ingradimento degli inquirenti infatti c’è anche L’Aquila-Tuttocuoio, giocata lo scorso 25 marzo e finita 1-0 per gli abruzzesi. Secondo la Procura di Catanzaro sulla partita ci sarebbe stato un tentativo di combine poi non andato in porto. Dal faldone di oltre 1000 pagine dell’inchiesta emerge che sarebbero coinvolti nella vicenda il procuratore sportivo Eugenio Ascari, 56 anni residente a Pontedera; Andrea Bagnoli, anche lui procuratore e socio dello stesso Ascari e anche Abel Balde, calciatore di origine senegalese residente a Ponsacco e in forza da tre anni al Tuttocuoio dopo aver militato anche nel Forcoli. Ascari, Bagnoli e Balde risultano tutti e tre indagati e tutti e tre hanno subito perquisizioni presso le proprie abitazioni tra ieri e l’altro ieri. A casa di Bagnoli i poliziotti sarebbero arrivati addirittura nella notte tra lunedì e martedì sequestrandogli due telefoni cellulari. Ma perché si è arrivati a tutto questo? Prima di tutto va precisato che Ascari, Bagnoli e Balde al momento risultano solamente indagati (tecnicamente la loro posizione è al vaglio degli inquirenti) ma si ipotizza il reato di associazione a delinquere con la finalità della frode sportiva. Dalle carte, e leggendo le intercettazioni, tuttavia emerge, abbastanza chiaramente, come il presunto ruolo di Andrea Bagnoli e di Abel Balde sia marginale rispetto a quello di Ascari.

Partiamo dall’inizio. Il 25 marzo il Tuttocuoio deve recarsi a L’Aquila per il recupero della partita di campionato non giocata a dicembre per neve. E’ il direttore sportivo degli abruzzesi, Ercole Di Nicola, ad avviare i contatti per tentare di aggiustare la partita. Di Nicola, che ieri è finito in manette insieme ad altre 49 persone, era uno dei membri attivi di quella che – secondo i magistrati di Catanzaro – si configura come una vera e propria organizzazione criminale ai fini di alterare i risultati delle partite per favorire le scommesse. Di Nicola individua in Eugenio Ascari, suo conoscente, l’interlocutore per tentare di agganciare il Tuttocuoio. A sua volta Ascari, secondo quanto si legge nell’ordinanza della Procura di Catanzaro, svolge un’opera decisiva per il tentativo di combine visto che è il tramite tra De Nicola e Andrea Bagnoli, che gli inquirenti fanno figurare come dirigente del Tuttocuoio pur non avendo Bagnoli nessun ruolo ufficiale all’interno del club di Ponte a Egola (anche se notoriamente è molto vicino alla proprietà ed è legato al Tuttocuoio anche da ragioni affettive essendo originario di Ponte a Egola). Bagnoli, secondo i piani di Di Nicola, avrebbe dovuto in qualche modo «vendere» la sconfitta del Tuttocuoio a L’Aquila facendo leva anche su alcuni giocatori. Qui entra in ballo Balde, che nelle intercettazioni – è bene sottolinearlo – viene indicato come il calciatore che «può dare una mano» non da Bagnoli ma bensì da Ascari che spesso e volentieri parla a Di Nicola per conto proprio di Bagnoli. Si arriva così alla definizione della combine, finanziata da uno scommettitore albanese (tale Edmond Nerjaku). La partita, secondo gli accordi presi da Ascari con Di Nicola– e di cui anche Bagnoli in teoria doveva essere al corrente –, doveva finre 3-1 per L’Aquila ma poi sul campo gli abruzzesi vinceranno solo per 1-0. Qui inizia un altro pezzo di questa storia che però le numerose intercettazioni non hanno aiutato a decifrare. Di Nicola infatti comincia a lamentarsi pesantemente con Ascari per la mancata combine, anche perché nel frattempo il ds de L’Aquila sta ricevendo intimidazioni dallo scommettitore albanese per la restituzioni dei soldi «investiti». Di Nicola fa notare ad Ascari l’eccessivo ardore agonistico del Tuttocuoio e la prestazione non certo arrendevole di Balde. La parte finale di quanto appurato dai magistrati attraverso le intercettazioni parla di un nuovo contatto tra Di Nicola e Ascari in cui quest’ultimo dice che Bagnoli non è contento di come sono andate le cose. A quel punto Di Nicola, per rimediare, propone una nuova combine da organizzare nell’ambito di un appuntamento a Teramo il primo martedì del mese di aprile. Ascari invita il ds de L’Aquila a portare con sé 40mila euro. La cifra, secondo gli inquirenti, sarebbe il compenso da corrispondere a Bagnoli e Ascari per aver, comunque, facilitato la vittoria degli abruzzesi sul Tuttocuoio anche se poi il risultato finale non è stato quello concordato. I magistrati quindi devono accertare, in maniera più puntuale, il ruolo di Bagnoli e quello di Balde visto che quello di Ascari è già stato definito dagli inquirenti come «decisivo» a livello di medizione tra le parti. Solo dopo si potrà accertare se L’Aquila-Tuttocuoio del 25 marzo fu una partita truccata o se ci fu «solo» un tentativo di combine che poi non si verificò per «cause – come scrivono i magistrati – indipendenti dalla volontà dei soggetti agenti».