Calcioscommesse, il procuratore federale vuole gli atti dell’inchiesta

Si muove la giustizia sportiva. Intercettazioni, nuovi particolari

Un video della Polizia di un incontro tra gli scommettitori serbi e l’ex responsabile dell’area tecnica dell’Aquila

Un video della Polizia di un incontro tra gli scommettitori serbi e l’ex responsabile dell’area tecnica dell’Aquila

Pontedera, 23 maggio 2015 - Tempistica e conseguenze dell’eventuale processo sportivo ma anche nuovi particolari riguardanti le intercettazioni. Quattro giorni dopo lo scandalo calcio scommesse, anche alle nostre latitudini, continua a far parlare di sé. Partiamo da quello che si sta muovendo dal punto di vista sportivo. Il procuratore federale Stefano Palazzi ha chiesto di acquisire gli atti dell’inchiesta di Catanzaro, quella in cui risultano indagati i procuratori residenti a Pontedera Eugenio Ascari e Andrea Bagnoli e il calciatore del Tuttocuoio Abel Balde per la presunta combine di L’Aquila-Tuttocuoio del 25 marzo scorso. Quella di Palazzi si prospetta già una corsa contro il tempo visto che entro la fine del mese di luglio, almeno per la Lega Pro, dovranno arrivare le sentenze in modo da non falsare in partenza i campionati.

Lasciano da parte la posizione di Balde – ora come ora indecifrabile visto che il calciatore non è mai stato intercettato e che la sua prestazione in campo, stando alle stesse conversazioni registrate dai magistrati, fu tutt’altro che arrendevole – e partiamo con il dire che cosa Stefano Palazzi potrebbe contestare ad Ascari e Bagnoli.

L’IPOTESI POTREBBE essere la violazione dell’articolo 1 del codice di giustizia sportiva e cioè il principio di lealtà. Una violazione gravissima. La frode infatti, visti gli atti e visto che la partita non finì con il risultato prestabilito, sembra difficilmente contestabile. Nella giustizia sportiva poi non esiste il millantato credito e quindi anche nel caso emergesse dall’inchiesta penale questo reato non potrebbe essere contestato ad Ascari o a Bagnoli dal procuratore della Figc. Rimane in piede quindi la violazione del principio di lealtà ma attenzione, bisognerà accertare se i due procuratori sono passibili di squalifiche o sanzioni. Dal 1 aprile infatti anche l’Italia ha dovuto recepire la riforma della professione di procuratore voluta dalla Fifa. Una riforma che ha cancellato il registro e di fatto abolito lo status di tesserati della Figc per gli agenti. Ciò metterebbe al riparo Ascari e Bagnoli da provvedimenti da parte della Figc, che di fatto può punire solo i suoi tesserati.

I DUE PROCURATORI potrebbero invece essere soggetti punibili solo se fosse applicabile il principio della retroattività, visto che i fatti sono avvenuti prima del 30 marzo (L’Aquila-Tuttocuoio si giocò il 25 marzo). Se questo principio vale, Ascari e Bagnoli potrebbero essere perseguibili. Capitolo intercettazioni: dalle carte emerge un appuntamento a Imola tra il ds de L’Aquila Ercole Di Nicola e Eugenio Ascari. I due si sarebbero visti all’hotel Mulino Rosso, vicino al casello autostradale. Il perchè? Probabilmente perchè Di Nicola doveva comunicare ad Ascari il risultato da cobinare. Sentito il finanziatore albanese infatti, Di Nicola poi era arrivato a concludere che la partita dove finire con una vittoria de L’Aquila ma con una sommatoria massima di tre gol. L’albanese ci avrebbe scommesso 40mila euro.