Bimba ingoia monete, operata. "Ma se ci fosse stato il pediatra..."

Parla la mamma della piccola di tre anni, curata e salvata al Meyer

L'elisoccorso

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Volterra, 1 aprile 2015 - Mamma Sara  e la sua piccina sono rientrate a casa. La bambina di tre anni, che domenica scorsa ha ingerito accidentalmente due monetine, ora sta bene. Ma lo spavento, quello che attraversa le vene, l’attesa snervante, la corsa disperata in ospedale non sono cose che si cancellano facilmente dalla testa. Perché non esiste paura più grande, per un genitore. «Tutto è andato liscio, per fortuna. La bimba ha subìto un intervento chirurgico in gastroscopia per rimuovere le due monete che aveva mandato giù.

E’ sempre stata cosciente, mi parlava, riusciva a bere – ci racconta, col cuore un po’ più sollevato, Sara Guerrieri Marmelli, la mamma della bimba di Saline trasportata d’urgenza con Pegaso al Meyer di Firenze – per fortuna i soldi non hanno preso le vie respiratorie. Altrimenti. Non voglio nemmeno pensarci» . I fatti, ricordiamo, risalgono al tardo pomeriggio di domenica, quando la piccola di tre anni, mentre stava giocando, ha ingoiato accidentalmente due monete, una da cinque ed una da due centesimi. Panico. Mamma e babbo si accorgono che la bimba non sta bene.

Inizia a lamentarsi. Indica la gola. Dice che ha dolore. Da qui, l’odissea ospedaliera che ha portato la bambina prima al pronto soccorso di Volterra, dove non c’era l’ombra di un pediatra, e poi al volo d’urgenza verso il grande centro pediatrico del capoluogo fiorentino. "Tutto  è andato bene ma quel che mi fa riflettere è che all’ospedale di Volterra non ci fosse né un medico pediatra, né un reperibile – si sfoga Sara – i medici del pronto soccorso hanno fatto subito una radiografia e poi hanno optato per un trasferimento al Meyer. Cosa avrei dovuto fare, portare mia figlia a Pontedera o a Cecina? Secondo i sanitari del Meyer, se all’ospedale di Volterra mia figlia fosse stata visitata da un pediatra, con una semplice manovra si sarebbe potuta estrarre almeno una delle due monete che aveva ingerito» .

Ipotesi? Di certo non campate in aria, se a sostenerle sono fior di dottori come quelli che lavorano al Meyer. Ed anche se il caso della piccola è andato nel migliore dei modi, finisce comunque per riaprire una ferita che sanguina per la sanità di Volterra. La mancanza di un pediatra nei notturni e nei festivi continua, inesorabilmente, a riportare a galla le falle di un sistema. Denunciate a più riprese dagli stessi genitori. Solo qualche settimana fa un piccolo è stato trasferito al Meyer, da Volterra, in stato di incoscienza. E la mamma  di un’altra baby paziente, arrivata in ospedale con la bimba che non stava bene, si è sentita rispondere: "Il pediatra di turno in questo momento è a Pontedera". E via con un esposto.

Ilenia Pistolesi