Parroci in difficoltà per le benedizioni pasquali chiedono aiuto alle suore

Succede a Volterra dove le Oblate di Maria Vergine di Fatima aiutano

Un prete (Foto di repertorio Germogli)

Un prete (Foto di repertorio Germogli)

Pontedera, 25 marzo 2015 - Crisi delle vocazioni sacerdotali e comunità sempre più grandi e quindi difficili da «santificare», così le benedizioni pasquali diventano un’impresa titanica per i nostri parroci che stanno vivendo giorni «infernali» in vista delle festività. Dunque, cosa fare? La risposta è semplice: chiedere aiuto alle... Sorelle. Volterra risponde alla difficoltà di offrire momenti di preghiera ‘porta a porta’, facendo scendere in campo le donne, ovvero le suore dell’Oblate di Maria Vergine di Fatima. Da quest’anno, infatti, al fianco di don Osvaldo è arrivata una suora dello storico istituto volterrano.

«Una persona profondamente apprezzata e ben conosciuta da chi frequenta il duomo ma anche dall’intera città – spiega il prete dal Colle etrusco – perché catechista e figura molto attiva nelle attività pastorali. La sua presenza è stata preziosissima in queste settimane per me. Ci siamo divisi le zone da curare affinché tutte le famiglie potessero ricevere la benedizione, superando il momento critico legato anche ad un problema di salute». Una sorpresa, dentro l’uovo, che non sembra aver “sconvolto’’ i fedeli che hanno accolto la nuova insolita aiutante con immenso affetto. Anche se qualcuno si sarà stropicciato gli occhi alla vista della tunica e del velo blu tra i vicoli volterrani. «Non c’è niente di strano in questa formula – continua don Osvaldo –. Si tratta di una pratica diffusa già nelle città che è molto utile per sopperire a certe lacune. Del resto, le famiglie sono tante, i sacerdoti pochi e le zone da coprire sempre più ampie. Sono convinto che sia fondamentale stabilire e poi mantenere un contatto diretto con i nostri parrocchiani pur ricorrendo, ad esempio, alla rotazione annuale nelle visite a domicilio. Dobbiamo andare nelle case per portare gli auguri e creare un momento di preghiera».

Ed è proprio questo un punto imprescindibile che mette d’accordo (quasi) tutti gli addetti ai lavori. «La benedizione del prete direttamente nelle abitazioni resta la soluzione ideale perché rappresenta un’occasione di incontro, un mezzo per arrivare alle persone come dice Papa Francesco – commenta il segretario della Curia volterrana, Alessandro Furiesi –. Distribuire le bottigliette d’acqua santa durante la messa (il riferimento è alla notizia apparsa sulle nostre pagine martedì dopo la proposta lanciata dalla chiesa pontederese di San Giuseppe, Ndr) non serve ad allargare la cerchia dei fedeli, però non mi sento di condannare questa alternativa se si rivela utile a superare ostacoli materiali e organizzativi. Del resto, è una soluzione già adottata in alcune parrocchie della Val di Cecina». Insomma, ogni mezzo è lecito pur di far arrivare al cuore della diocesi la pace della Pasqua.