Le mamme difendono i pediatri
Pontedera, 27 novembre 2014 - «VIAGGI o non viaggi, una cosa è certa: non ci possono rimettere i nostri bambini». E’ questo, sostanzialmente, il cardine di tutta la protesta (ferma, quanto graziosa) delle mamme dei pediatri coinvolti nell’inchiesta ormai ribattezzata come lo ‘scandalo del latte’. Una settantina le firme raccolte in 24 ore a Ponsacco per chiedere il reintegro immediato di Marco Granchi. Ma i comitati pro-medici – che stanno nascendo un po’ in tutte le zone della Valdera – adesso fanno quadrato. «E le firme – spiegano le organizzatrici – per il reintegro di Marco Granchi, Roberto Rossi e Fabio Moretti saranno raccolte in tutti gli studi medici dei nostri pediatri. Quindi saranno consegnate tutte insieme all’Usl e alla Procura».
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LA PRIMA distinzione da fare è quella fra il corso della giustizia e il servizio dei pediatri. «La questione – spiegano le organizzatrici – è molto semplice. Non vogliamo interferire con le indagini. I viaggi? Non ci interessa. Noi chiediamo soltanto che i nostri bambini riabbiano il loro medico di fiducia. Tutto qui. La figura del pediatra è estremamente delicata ed è giusto che i nostri figli siano seguiti da persone di cui ci fidiamo e che da sempre ci stanno vicine». Tesi che poi, necessariamente, sfocia anche in un giudizio personale sull’operato dei camici bianchi. «Le madri che hanno firmato questa petizione – raccontano ancora – sono pronte a testimoniare di non aver mai subito, neanche una sola volta, pressioni per lasciare il latte materno e passare a quello in polvere. Anzi, noi stesse abbiamo avuto il dottor Granchi da bambine e con lui ci siamo sempre trovate bene sia da bambine che da madri». Un cartellone con le firme, quindi, è stato appeso proprio davanti alla casa dove abita il medico ponsacchino. Una sollevazione popolare i cui effetti possono essere declinati anche al volterrano. Qui i genitori stanno raccogliendo delle testimonianze scritte per dimostrare la professionalità e le qualità umane del dottor Luca Burchi.
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INTANTO il filone delle indagini continua a fare il proprio corso. Fra oggi e domani i 15 indagati agli arresti domiciliari saranno ascoltati in Tribunale per l’interrogatorio di garanzia. Secondo il giudice per le indagini preliminari Guido Bufardeci, citando nell’ordinanza le richieste del pubblico ministero Giovanni Porpora, quello dei benefit «quale contropartita delle prescrizioni» è un sistema «tristemente e pericolosamente diffuso a livello nazionale e coinvolge, di fatto, l’intero panorama delle case farmaceutiche, presentandosi quali prassi ormai collaudata» a la zona.
Saverio Bargagna