Antiche tombe abbandonate per colpa della burocrazia

Il sito degli ipogei è una miniera di tesori. L'appello dell'archeologo Bacci: "Una fondazione per valorizzarli". Nannipieri porta il caso in tv e dal ministro

Lorenzo Bacci del Gruppo Archeologico Tectiana

Lorenzo Bacci del Gruppo Archeologico Tectiana

Pontedera, 29 settembre 2014 - «CREIAMO una fondazione per la gestione e valorizzazione degli ipogei etruschi di Terricciola». E’ questa la proposta di Lorenzo Bacci, terricciolese di 30 anni, membro del Gruppo Archeologico Tectiana e scopritore degli ipogei. Fin da quando aveva 18 anni, infatti, Lorenzo si è interessato all’archeologia e, in particolare, agli ipogei di Terricciola, iniziando in proprio a fare ricerche e operazioni per rimuovere detriti e sabbia. Come spiega lo stesso Bacci, gli ipogei erano in origine delle tombe, riutilizzate nel corso dei secoli come cantine e depositi. Si può parlare di una vera e propria necropoli perché a Terricciola, in totale, gli ipogei sono 48. «L’unico fruibile, di proprietà del Comune, è quello del Belvedere —precisa Bacci —. Visitato ogni anno da circa 1000 persone, senza bisogno di pubblicità. Per questo gli ipogei, se opportunamente gestiti e valorizzati, potrebbero diventare un motore di sviluppo turistico per il territorio. Un sito del genere, con 48 ipogei, diventerebbe il punto di riferimento della zona. Il mio invito, dunque, è quello di creare un soggetto giuridico “ad hoc”, preferibilmente una fondazione, della quale dovrebbero far parte il Comune di Terricciola, il Ministero dei Beni Culturali e, magari,anche quello delle Finanze, visti i potenziali benefici per l’economia territoriale. Gli ipogei non dovrebbero essere lasciati a se stessi, ma resi fruibili». 

E IL MOMENTO sarebbe propizio: Il 14 ottobre, al Tempio di Adriano a Roma, Luca Nannipieri presenterà il suo libro, «L’Italia da Salvare», al fianco del Ministro dei Beni e le Attività Culturali, Dario Franceschini. Il libro fa un excursus di tutti gli esempi positivi, lungo lo Stivale, di valorizzazione dei bei culturali ad opera dei cittadini che si sono impegnati a riportare alla luce le bellezze del territorio nascoste o dimenticate. Nel libro si cita il caso di Terricciola e la testardaggine di Lorenzo Bacci che è stato responsabile del cantieri di diagnostica archeologica di Terricciola, promossi insieme al Gruppo Archeologico Tectiana. Il cantiere, dopo anni di alterne vicende, è stato lasciato nel 2013, a causa di problemi burocratici nello stabilire la proprietà dei siti.Eppure, come assicura Bacci, le indagini hanno portato a scoperte «interessanti e in alcuni casi sorprendenti, che rivelano anche l’importanza che il vino ha avuto nei secoli per Terricciola. Bisogna dunque abbandonare la paura e sbrogliare la situazione».