Agricoltura, l’occupazione scricchiola

L’estate del lavoro, fra voucher e crisi

Massimo Terreni, direttore di Confagricoltura

Massimo Terreni, direttore di Confagricoltura

Pontedera, 26 giugno 2016 - Sarà un’estate con meno lavoro, ma anche con meno voucher. Poco importante che sia stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto attuativo del Jobs Act sulla tracciabilità dei voucher lavoro. Se prima le maglie erano troppo larghe ora forse sono anche troppo strette. Almeno per certi settori. Massimo Terreni, direttore di Confagricoltura Pisa dice: «Nelle nostre aziende li stiamo usando pochissimo – dice –. Ci complicano la vita e basta: li abbiamo ritenuti, almeno fino ad oggi, uno strumento che poteva incentivare il lavoro nero».

Ma quali prospettive si aprono in termini di occasioni di lavoro?  «L’agricoltura vive un momento delicato – aggiunge Terreni –. Ci saranno meno opportunità anche perché gli investimenti si sono ridotti: il pomodoro da industria è praticamente ridotto a zero e quindi trenta posti almeno sono andati in fumo. Poi c’è il dramma dei cereali che comunque qualche posto lo davano». Anche qui siamo sulla trentina: ma le quotazioni del grano a 18 euro al quintale stanno mettendo in ginocchio le aziende che non sanno se conviene attivare la raccolta. Non recuperano neppure i costi. Sono stimati in circa 30 gli avventizi che, in queste settimane, ogni anno, venivano chiamati dai produttori di cereali della Valdera.

Quest’anno il loro numero è sceso a zero. Cosa resta? Vendemmia e vinificazione. Ma con tutte le incognite di quel che accadrà in luglio: nei campi il meteo fa la differenza. Sulla carta i posti di lavoro per contratti a termine di qualche settimana sono circa 800, più o meno stabili. Anche in questo caso si potranno avere pagamenti con voucher o con contratti a termine.

«Il sistema tradizionale – dice Terreni – riteniamo che sia più vantaggioso per i lavoratori, paga qualcosina di più l’ora. Ma ci saranno anche aziende che sceglieranno il voucher». Ora che la materia sembrerebbe regolamentata un po’ meglio. E’ stata questa una grande battaglia del mondo del lavoro, delle organizzazioni sindacali e – specie nella nostra zona – della Cgil che dal Valdarno alla Valdera ha alzato la voce contro un sistema che nascondeva pericolose sacche di lavoro nero, dalla conceria al commercio.

«Abbiamo creduto molto nella lotta ad un sistema che ci ha fatto trovare di fronte a situazioni poco chiare – dice Stefano Benvenuti (Cgil, Valdera) –. Nel settore che seguo io, la metalmeccanica, direi che, se ci sono stati episodi di utilizzo del voucher, sono stati pochissimi. Ma nella ristorazione, nel commercio, in agricoltura, sicuramente nelle collaborazioni domestiche e così via hanno dato un’opportunità a coloro che cercavano o offrivano soluzioni di lavoro nero».