«A Fauglia non c’è niente». Migranti in fuga

Appena arrivati, «scappano» verso Collesalvetti. Ritrovati dai carabinieri

Alcuni migranti in un centro d'accoglienza

Alcuni migranti in un centro d'accoglienza

Fauglia, 6 ottobre - Troppa pace, troppo silenzio. Il verde delle dolci colline di Fauglia non sembra aver conquistato il cuore dei quindici migranti, accolti in paese poco più di una settimana fa. A riprova del fatto che l’idea di Paradiso non è unica e univoca, i giovani africani hanno dimostrato fin da subito qualche perplessità sulla sistemazione in zona Pantane. L’ex rustico – finito al centro di una procedura fallimentare e poi entrato nella lista degli immobili che Comune e prefettura possono utilizzare appunto per l’accoglienza dei profughi nel tempo strettamente necessario per il riconoscimento dello status stesso –, infatti, è parso ad alcuni di loro eccessivamente «isolato», ovvero troppo «lontano» dai servizi ma soprattutto dalle città.

È successo così che all’indomani dell’arrivo (27 settembre, Ndr) il gruppo – sbarcato in Toscana dal Cara-Centro accoglienza richiedenti asilo siciliano di Mineo – si sia organizzato per raggiungere Collesalvetti con il chiaro intento di ‘fuggire’ dalla campagna sperduta. La ‘gita’ però ha attirato l’attenzione dei carabinieri della località livornese che hanno fermato la comitiva per un controllo, scoprendone subito provenienza e piano. Dopo una telefonata ai colleghi pisani per informarli della curiosa scoperta, gli uomini dell’Arma hanno voluto assicurarsi che i migranti rientrassero nel centro come da regolamento. Tanto da riaccompagnarli personalmente alla fermata del bus e aspettarne la ripartenza. «I ragazzi erano arrivati in paese da poco, per giunta alle 4 di notte – commenta il sindaco Carlo Carli –, è comprensibile che si siano sentiti un po’ disorientati e che abbiano voluto visitare i dintorni, magari per andare a trovare qualche amico. L’edificio che li ospita è immerso nel verde, completamente circondato dagli alberi: forse per quello la prima impressione non è stata delle migliori. Comunque non ci sono state tensioni e adesso, a distanza di una settimana, i giovani migranti si sono ambientati perfettamente. Presto saranno coinvolti in progetti di integrazione e in attività che li aiutino a prendere confidenza con il territorio. Mi rammarico soltanto di aver avuto poco tempo per organizzare la loro accoglienza dato che il loro arrivo è stato ufficializzato con poche ore di anticipo. Ho scritto una lettera per sottolinearlo a prefetto e Società della salute che si sono scusati. Del resto conosciamo tutti l’entità del fenomeno che sta interessando l’Italia».

Comune, associazioni e personale Paim (la cooperativa cascinese che gestisce il progetto di accoglienza, Ndr) stanno collaborando per rendere più facile la vita del gruppo. «Abbiamo messo in campo tutte le nostre forze – chiude Carli spiegando di aver indetto varie riunioni tra le realtà locali –. La risposta della gente è stata buona: molte famiglie si sono anche proposte di ospitare queste persone nelle proprie abitazioni».