La cultura non regala i 'mi piace'

Il commento

Saverio Bargagna

Saverio Bargagna

Firenze, 24 luglio 2016 -  L’ULTIMO post di Belen Rodriguez in costume da bagno vanta 42mila “mi piace”. Ma siamo sicuri allora che il problema in Italia sia sempre e per forza la politica, così brutta e tanto cattiva? Ci spieghiamo meglio. A San Miniato c’era un pittore: Dilvo Lotti. In questa perla fra Pisa e Firenze tutto parla di lui. Ha inventato il Dramma Popolare. Ha dipinto una chiesa. Ha ritratto generazioni di bambini. Con i suoi quadri ha conquistato il mondo: è stato osannato e sfruttato come immagine «copertina» di San Miniato fino a quando era in vita. Poi è morto e ha lasciato tutto alla sua città. Una casa-torre medievale che è anche un museo con opere d’arte di valore, quadri e libri introvabili.

Ma questa eredità regalata alla sua terra è diventata un peso, un macigno. Il Comune alla fine si è preso in ‘carico’ questa fatica ma Curia e Banca si sono un po’ sfilate. Daranno un contributo economico e stop. Traduciamo in volgare un pensiero politichese: «Oh, ma la cultura costa da mantenere! Apriamo il portafoglio una volta e poi basta!». Così la casa-museo è chiusa, e pace e bene all’anima del buon Dilvo. Buona pace anche a chi, da sempre, si riempe la bocca con parole come: eccellenze, turismo, cultura e il «nostro vero tesoro». In realtà l’arte oggi è spesso un peso.

Ora, che centra Belen in tutto questo? Niente, se non fosse che uno scatto in costume smuove più massa di una vita spesa per la nostra stessa comunità, per il posto dove abitiamo. Se la casa di Dilvo Lotti fosse aperta, per avere 42mila visitatori dovrebbe aspettare 10 anni. Non ci sembra che a San Miniato vi sia una levata di scudi generale per ricordare il suo artista. La burocrazia, la politica e la crisi sono ormai l’oggetto tradizionale di ogni nostro male e il bersaglio più semplice. Ma a volte, sinceramente, sembra mancare anche l’interesse della comunità: la sua memoria e la sua passione. E non sarà un «mi piace» a salvarci.