Renzi prima a Prato, poi a Firenze. "La Scuola marescialli? Pensavo non accadesse mai"

Il presidente del Consiglio visita il Pecci e poi partecipa al Metastasio a un'iniziativa per il "Sì" al referendum. Infine, l'inaugurazione della nuova sede della Scuola marescialli dei carabinieri

Firenze/Prato, 24 settembre 2016 - Breve visita in Toscana del presidente del Consiglio, Matteo Renzi che a Prato ha visitato il Centro Luigi Pecci, museo di arte contemporanea che sarà riaperto il 16 ottobre dopo un intervento di restauro durato tre anni. "Se mi è piaciuto il museo? E' molto bello ma ancora ci si deve lavorare -ha dichiarato all'uscita ai giornalisti, Renzi- Il 16 ottobre pratesi e non pratesi tutti qua per l'inaugurazione".

imageRenzi è poi andato al teatro Metastasio per un'iniziativa pubblica a sostegno del Sì al referendum costituzionale, dove ha risposto alle critiche di Brunetta sul quesito che comparirà sulla scheda: "Non è un inganno, è una legge". Riguardo agli assetti istituzionali e alla governabilità, Renzi fa una battuta: "Parte dell'instabilità deriva da questo sistema del bicameralismo paritario. È un sistema in cui un gatto sulla Firenze Mare dura più di un Governo".

Quindi, Renzi si è recato a Firenze e ha inaugurato, insieme al ministro della difesa Roberta Pinotti, la nuova sede della Scuola Marescialli e Brigadieri dei carabinieri. Al taglio del nastro il comandante Tullio Del Sette e il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano, oltre al sindaco di Firenze Dario Nardella e alle autorità locali. Insieme al taglio del nastro è stata scoperta anche la targa in memoria di Felice Maritano, a cui la Scuola è intitolata. Con l'occasione scoperta anche una targa che ricorda Salvo D'Acquisto, a cui è stato intitolato il viale d'accesso alla caserma.

Il taglio del nastro è stato effettuato da Martina Giangrande, la figlia del maresciallo Giuseppe Giangrande ferito davanti a Palazzo Chigi il 28 aprile 2013, anche lui presente all'evento. Aprendo la cerimonia di inaugurazione, il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette ha sostenuto che la nuova sede della scuola è «un'opera imponente, che realizza obiettivi strategici». Il complesso sorge su una superficie di 260mila metri quadri a Castello e ospiterà dall'anno prossimo 1300 allievi marescialli, che diventeranno 2200 a pieno regime.

Il premier Matteo Renzi ha iniziato il suo intervento affermando: «Questo è un giorno che pensavo non potesse venire mai». «Nella mia precedente esperienza amministrativa - ha sottolineato - ho sempre sognato di vedere realizzata questa Scuola. Sembrava difficile che avvenisse, nonostante tutte le peripezie ci siamo riusciti e oggi è un giorno di gioia per tutti».

CASTELLO_17317570_141058
CASTELLO_17317570_141058
Renzi si è poi soffermato a parlare del ridimensionamento delle spese militari. «Revisionare la spesa è giusto e doveroso, ma indebolire l'Arma mai». «Avete adempiuto alla revisione della spesa - ha spiegato Renzi - intervenendo in maniera efficace per ridurre anche, in alcuni casi, la presenza di alcune stazioni. Quella fase non può più ripetersi: è cruciale che l'Arma sia presente con le proprie stazioni ovunque». Il premier, rivolto ai Carabinieri, ha affermato che «abbiamo bisogno della vostra presenza capillare sul territorio. Il comandante della stazione conosce tutti e ciascuno, rappresenta lo Stato, è un punto di riferimento sul territorio, e costituisce un incredibile valore aggiunto per le indagini sul territorio. In questi mesi - ha ricordato - è stata l'azione della locale stazione dell'Arma a consentire di individuare uno dei capi della 'ndrangheta, e permettere alle forze speciali di intervenire e assicurarlo alla giustizia».

«L'obiettivo dei terroristi è quello sì di uccidere - ha infine detto il presidente del Consiglio sul tema della sicurezza e del pericolo attentati, rivolgendosi agli allievi della Scuola marescialli dell'Arma dei Carabinieri -, ma in subordine di volere la nostra vita condizionata dalla paura, e quello di farci rinchiudere in casa: non diamogliela mai vinta, e tutti insieme dimostreremo che i valori di quel tricolore sono quelli dell'apertura alla cultura, al dialogo e al confronto».