Firenze, 20 febbraio 2014 - DIFESA a furor di popolo. Il governatore della Toscana Enrico Rossi non tornerà certo sulle sue decisioni, ma resta il fatto che il ‘licenziamento’ dell’ex assessore alla cultura della Regione, Cristina Scaletti, ha suscitato un gran baccano, compreso un appello con oltre 50 firme di esponenti di spicco del mondo della cultura e delle categorie economiche. La sovrintendente al polo museale Cristina Acidini, il direttore degli Uffizi Antonio Natali, gli attori Paolo Hendel, Alessandro Benvenuti, Lucia Poli, i registi Ugo Chiti e Federico Tiezzi, tra gli altri, si augurano che la Scaletti possa «continuare a offrire il suo contributo in politica». E non a caso l’assessore silurato sta pensando di candidarsi a sindaco di Firenze. Continua inoltre a fare rumore l’esclusione dell’ex vicepresidente Stella Targetti, che ieri ha detto senza mezzi termini: «Mi sono sentita tradita sul piano personale e nella mia idea di politica, che credevo il presidente Rossi rappresentasse. Io credo ancora in una politica forte capace di badare al merito e di governare i cambiamenti politici, invece di subirli. Confesso l’amarezza per il lavoro lasciato in sospeso su scuola, ricerca, istruzione e mi auguro che non sia disperso».

INTANTO proseguono dall’opposizione gli attacchi all’operazione rimpasto-giunta varata da Rossi: «Visti i risultati e non potendo licenziare se stesso, Rossi licenzia altri tre assessori — ha detto il capogruppo Nuovo centro destra in Consiglio regionale Alberto Magnolfi —. L’unica evidenza è quella di una robusta iniezione di sangue renziano nelle file un po’ smorte del governo regionale». «Con il licenziamento di tre assessori ad un anno dalla fine della legislatura Rossi ammette il fallimento della sua giunta — afferma il capogruppo Udc Giuseppe Del Carlo — . Forse teme di non essere riconfermato e cerca così di riassorbire la pressione della nuova maggioranza renziana del Pd». In effetti Rossi sembra al centro di equilibri politici quanto mai precari. Il momento decisivo sarà il consiglio regionale di martedì, quando chiederà alla maggioranza il voto sul suo rimpasto. Fds-Verdi ha già detto che dopo il siluramento di Allocca non sarà al suo fianco. Così come ai renziani non è piaciuta la proposta di Montanari quale sostituto della Scaletti. E c’è chi sostiene che Rossi potrebbe persino forzare la mano per far saltare il banco, chiudere prima la legislatura e tentare un nuovo giro. O un viaggio a Bruxelles.