Firenze, 18 febbraio 2013 - "Con la politica ho tutto da perdere". Pamela Villoresi, attrice di teatro, candidata al Senato in Toscana con Centro democratico di Bruno Tabacci, racconta il suo salto dal palcoscenico alle tribune elettorali. Un'ora in videochat a La Nazione per rispondere alle domande dei lettori online, in vista delle elezioni di domenica prossima. E il primo quesito è secco. "Lei viene dal mondo dello spettacolo - chiede Martina da Prato - ha paura di non essere credibile?". La scelta di candidarsi è arrivata non senza perplessità, ammette Pamela Villoresi, 56 anni, da 41 sotto i riflettori teatrali. "In politica, ho imparato, prima ti chiamano e poi ti lasciano a spazzare le briciole." E il rischio di compromettere la propria immagine c'è: "Il pubblico è trasversale". Se sbagli in Parlamento, sbagli sul palco, insomma. Anche dopo una lunghissima carriera.

Come c'è finita Pamela Villoresi nella lista di Tabacci? "Mi ha chiamato Cristina Scaletti (assessore regionale alla cultura ndr). Dopo la sua proposta sono sparita per due giorni". "Alla fine cosa mi ha convinto a schierarmi? Nella squadra di Centro democratico c'è gente che arriva dalla società civile, dal volontariato". Non ci sono politici di professione, insomma, con tutti i 'vizi' della politica. "Sono persone che vogliono mettersi in gioco, ciascuna per le competenze che ha". E il contributo che l'attrice darà, se sarà eletta (la formazione di Tabacci deve superare in Toscana la soglia del 3%), ha a che fare con quei quarant'anni spesi per il teatro. Pamela Villoresi si occuperà di cultura. Un settore, lo ribadisce più volte, tutt'altro che secondario. "In Italia abbiamo più del 50% dei beni mondiali archeologici e artistici ma il contributo del turismo culturale al Pil è fermo al 13%". Sotto la Finlandia, tanto per intederci. "Ogni borgo toscano e non solo potrebbe diventare una meta irrinuciabile dei flussi internazionali".

Una miniera d'oro. Valorizzarla è una ricetta contro la crisi e contro la disoccupazione. "Ho un figlio che sta finendo il liceo - interviente Simona, lettrice di Firenze -. E' già rassegnato al fatto che non troverà lavoro". "Non voglio fare la tuttologa", replica la candidata. E per le specifiche economiche rimanda al programma di Tabacci: "Bruno è molto più ferrato". Ma intanto snocciola numeri: "Solo nel Lazio i lavoratori dello spettacolo sono 250mila". Alla faccia di chi dice che con la cultura non si mangia.

Si scalda, l'attrice, quando parla della Lunigiana, zona devastata dalle alluvioni. "Ogni volta che piove qui tremiamo - racconta Sandro di Aulla -. La questione ambientale rientra concretamente nel vostro progetto politico?". "E' una terra che ho molto a cuore". Così come l'Argentario, dove la candidata ha vissuto per anni. Un'area, anche quella, segnata dalle ferite dei nubifragi. "Sono stufa della malapolitica che interviene con l'emergenza. Perché aspettiamo che un fiume straripi? Governare significa prevenire. Soprattutto in tempi di crisi". E' una filosofia: non attendere che "il paese si ammali" per poi dargli "l'amara medicina".

Ilaria Inzitari