Firenze, 14 ottobre 2011 - Erano in 2mila stasera ad accogliere con applausi e standing ovation il segretario del Pd Pierluigi Bersani al suo arrivo all'auditorium del Palacongressi per una iniziativa del partito.
Tra i presenti anche il governatore della Toscana Enrico Rossi ed il segretario del Pd toscano Andrea Manciulli. Ad aprire la manifestazione il segretario del Pd metropolitano Patrizio Mecacci che ha salutato i presenti ed ha
ringraziato ''i rappresentatnti delle istituzioni e i tanti sindaci presenti''.

 

E' stato a questo punto che la platea ha iniziato a rumoreggiare: ci sono stati anche fischi e qualcuno ha urlato ''ne manca uno'', riferendosi al sindaco di Firenze Matteo Renzi il quale aveva avvisato Bersani che non sarebbe potuto intervenire perche' impegnato nella festa di compleanno del padre. Mecacci ha quindi aggiunto: ''Questa e' una serata di festa'' e c'e' allora stato un applauso della platea. "Quando c'e' un compleanno - attacca Bersani riferendosi all'assenza del sindaco fiorentino - si fanno gli auguri. Ho fatto gli auguri al babbo di Renzi. Voi in Toscana siete cosi' polemici...".

 

"Il Governo oggi se l'è cavata per due voti, due, e ha fatto due viceministri in due nanosecondi più tre sottosegretari. Se gli fossero serviti 15 voti, gli toccava chiamare l'Ikea per un po' di sedie...". Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha subito commentato con i giornalisti un'iniziativa del partito, il voto odierno sulla fiducia.

 

Bersani è convinto che questa situazione non può durare a lungo: "Questo Governo morirà di voti di fiducia - accusa - ogni voto di fiducia aumenta la sensazione nel Paese di voler sopravvivere senza governare". E a chi gli chiede se il Governo a questo punto è delegittimato, il segretario precisa che "ogni esecutivo è legittimo finché ha la maggioranza, ma ognuno vede con quali mezzi e mezzucci sta andando avanti".

 

Poi, un richiamo al proprio versante politico: "Serve un'opposizione compatta, come lo è stata oggi. Credo che abbiamo visto quel che ci sta davanti, una battaglia adì opposizione dura, incisiva e unitaria. Certamente - ha concluso Bersani - da oggi i tempi si sono accorciati".

 

"Il 29 e 30 ottobre a Napoli, il Pd non terrà un'assemblea - ha proseguito il segretario del Pd - ma darà il via ad un percorso che già ha richiesto un anno di lavoro".  Bersani inoltre intende sottolineare ogni idea di voluta sovrapposizione con la 'Leopolda-bis', in programma negli stessi giorni, organizzata a Firenze dal sindaco Matteo Renzi. "Non cadiamo nel ridicolo, noi non facciamo un'assemblea a Napoli". Riferendosi ai contenuti di 'Finalmente sud', Bersani spiega che a Napoli "noi facciamo partire un anno di formazione in rete per 2 mila giovani del mezzogiorno sui temi del governo locale, della legalità, della lotta alla mafia, per creare nel sud una nuova classe dirigente.

 

E' un lavoro sul quale stiamo lavorando da un anno. Sarà un'esperienza che nella politica italiana non c'è mai stata. Quindi -continua Bersani- non confondiamo cose che non stanno insieme, non c'entrano niente e non sono paragonabili". E a chi insinua che la data sia stata comunque scelta in considerazione di quella della Leopolda, Bersani risponde ancora più risoluto: "non accusateci di fare qualcosa in contemporanea con non si sa che cosa".

''Quello degli 'indignados'- ha concluso Bersani-  mi pare un movimento confuso, che avrebbe bisogno di una piattaforma seria. 'Ci vuole un po' di cautela e spero che domani il movimento non sia esposto a provocazioni''.