Poletti choc: "Scuola, troppi tre mesi di vacanza". Scoppia la polemica / SONDAGGIO

Il ministro del Lavoro: "Un mese di vacanza va bene, un mese e mezzo, ma non c'è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione". Il titolare dell'Istruzione, Stefania Giannini: "In ddl già pensato ad attività estive". Protestano studenti e sindacati SONDAGGIO - Tre mesi di vacanza sono troppi?

Scuola, studenti (Newpresse)

Scuola, studenti (Newpresse)

Firenze, 23 marzo 2015  - "Un mese di vacanza va bene. Ma non c'è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. Una discussione che va affrontata". E' questa la proposta del ministro del lavoro Giuliano Poletti, illustrata ad un convegno a Firenze sui fondi sociali europei. "I miei figli d'estate sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse. Sono venuti su normali, non sono speciali". "I miei figli - ha precisato Poletti - non sono straordinari ma normali". Secondo il ministro occorre quindi cominciare a pensare che una relazione con il lavoro "è una cosa che vale la pena di fare". Un modo anche, secondo il ministro, "per garantire una formazione". "Anche noi genitori, la società, dobbiamo riconsiderare il tema del lavoro e le giovani generazioni" Secondo il ministro, insomma, non si distruggerebbe un ragazzino se invece "di stare a spasso per le strade della città va a fare quattro ore di lavoro".

GIANNINI: ATTIVITA' GIA' PREVISTE - Nel ddl sulla Buona scuola che a giorni arriverà all'esame del Parlamento "è già previsto che attività di stage si possano fare anche nei periodi di sospensione dell'attività didattica, estate inclusa", dice il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, riferendosi alle parole del collega.

LA PROTESTE DELLA CGIL - Il ministro Poletti "continua a intervenire sui temi dell'istruzione, oggi sulle vacanze scolastiche, nei giorni scorsi sull'alternanza scuola lavoro. In realtà, attraverso i decreti attuativi del Jobs Act, sta facendo una riforma dell'apprendistato che dequalifica l'alternanza scuola lavoro e i percorsi formativi in obbligo di istruzione". Così Gianna Fracassi, segretario confederale della Cgil, commenta le affermazioni del ministro. "Un pezzo della riforma della scuola è appaltata a Poletti - continua - che intende costruire un canale formativo alternativo e separato da quello scolastico, scelto subito dopo la scuola media e realizzato in apprendistato già a partire dai quindici anni". Fracassi spiega che "si tratta di percorsi con modelli formativi dequalificati, che prevedono più di un terzo dell'orario per lavoro sotto retribuito, 500 ore di attività di formazione professionale e altrettante in aziende di cui non viene verificata l'effettiva capacità formativa".

UIL: SIAMO COME IL RESTO DELL'UE - Il tempo che i ragazzi italiani passano a scuola è allineato con quello degli altri Paesi europei, afferma il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna. "Il tempo delle vacanze scolastiche è dunque lo stesso, seppur distribuito in modo diverso da paese a paese. Questo significa che non abbiamo un surplus di vacanze. Detto questo - chiarisce Di Menna - va evitato di irreggimentare tutto. Non si può decidere tutto per tutti. Cosa far fare ai ragazzi, nel periodo di sospensione della attività scolastiche dipende dalla fascia di età e dal tipo di percorso, ed è questione che riguarda in primo luogo - afferma il sindacalista - le famiglie. Gli insegnanti possono dare suggerimenti, fornire consigli per l'orientamento. Studi all'estero, stage, sport, lavoro, corsi legati all'età, alle capacità e alle esperienze maturate, tutto può contribuire all'istruzione e alla formazione dei ragazzi. Enti locali e Governo - conclude - possono favorire l'ampliarsi di queste opportunità e sostenere finanziariamente, attraverso tutti i canali di crescita culturale, le famiglie in situazioni economiche disagiate".

L'IRA DEGLI STUDENTI - Il ministro Poletti "con le sue affermazioni dimostra di non avere la minima percezione della realtà: più della metà degli studenti italiani già lavora d'estate", afferma Alberto Irone, portavoce nazionale della Rete degli Studenti Medi. "Semmai - aggiunge - è necessario regolamentare e inserire percorsi formativi diversi da quelli didattici all'interno del percorso scolastico. Diversamente, a oggi le studentesse e gli studenti che lavorano vengono sfruttati in ogni modo possibile e privati di qualsivoglia diritto. La priorità è ridistribuire le pause in modo più equilibrato all'interno dell'anno e non legalizzare lo sfruttamento degli studenti". Le dichiarazioni del ministro "sono allucinanti. Sembra voler invitare gli studenti a lavorare d'estate, preferendo lo sfruttamento alla formazione", commenta invece Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti. "Scaricare cassette in un magazzino non è un'esperienza formativa e purtroppo tanti studenti - fa notare - compiono già lavori sotto sfruttamento e senza alcuna valenza formativa per potersi mantenere. Noi siamo a favore di un modello di alternanza realmente di qualità, che può essere messo in opera anche nell'arco di qualche settimana estiva attraverso una opportuna revisione delle sospensioni didattiche nel corso dell'anno scolastico. Ma per fare ciò sono necessari ingenti finanziamenti, in grado di cambiare radicalmente l'attuale modello. Il Governo privilegia gli slogan e il lavoro gratuito tramite lo strumento dell'apprendistato che noi rigettiamo". 

MOIGE: PAUSE PIU' FREQUENTI - Il Moige (movimento genitori) ritiene "condivisibile" l'intervento di Poletti, che consiglia ai ragazzi di tenersi impegnati durante la pausa estiva. "Siamo il Paese con le vacanze più lunghe d'Europa e questo non fa bene ai nostri figli. Un tempo così prolungato di inattività vanifica gli sforzi d'apprendimento fatti durante l'anno scolastico e ridimensiona fortemente l'impatto dello studio. Riteniamo necessaria - afferma il Moige - la revisione del calendario e degli orari delle lezioni per bilanciare meglio nel corso di tutto l'anno i periodi in cui gli studenti possono riposare. Piuttosto che cumulare i giorni di 'ferie' in estate è preferibile prevedere pause più frequenti e ben distribuite. Attraverso questo espediente i nostri ragazzi possono approcciarsi alla didattica in modo più efficace, senza perdere l'allenamento e il ritmo di studio".