Costretto a dormire in auto. Un amico lo riconosce sul giornale

Stefano Sibaldi aiuterà Paolo Bruni: "Lui mi ha insegnato a lavorare" "Dormo in macchina da sette mesi, ho bisogno di una casa"

Stefano Sibaldi aiuterà Paolo Bruni, costretto a vivere in auto

Stefano Sibaldi aiuterà Paolo Bruni, costretto a vivere in auto

Pistoia, 26 agosto 2014 - QUANDO HA VISTO la sua foto sul giornale, accanto alla richiesta di aiuto, lo ha riconosciuto subito ed è stato come se il tempo non fosse mai passato. Paolo Bruni, l’uomo che da sette mesi vive nella sua auto, ora parcheggiata davanti all’ospedale San Jacopo, dopo aver perso casa e lavoro, è lo stesso che venticinque anni fa gli aveva insegnato il mestiere di elettricista e lo aveva aiutato nella ditta in cui lavoravano. Senza pensarci due volte, Stefano Sibaldi, oggi 43 anni, ha alzato il telefono e ha chiamato la nostra redazione per avere il cellulare del suo vecchio amico Paolo, intenzionato a restituirgli, in parte, la gentilezza che aveva ricevuto tanti anni fa. «Quando ho visto la sua foto sul giornale l’ho riconosciuto immediatamente — racconta Stefano — Paolo mi ha insegnato a lavorare. Eravamo alla Ph Elettronica in Valdibrana. Lui era un bravissimo elettricista e io all’epoca ero un ragazzino che aveva tutto da imparare». Domenica pomeriggio Stefano è andato nel parcheggio dell’ospedale per riabbracciare il suo amico Paolo. E non solo. Lo ha fatto salire sulla sua macchina, lo ha portato in casa sua, gli ha dato un bagno dove lavarsi, vestiti puliti e un pasto caldo.

«RIVEDERE STEFANO è stato come ritrovare un figlio, un pezzo di famiglia — dice commosso Paolo — sapere che si è fatto qualcosa di buono nella vita mi aiuta ad affrontare questo terribile momento. Quando abbiamo lavorato insieme, Stefano era un ragazzino, aveva ancora da imparare il mestiere, ma si vedeva già che era buono. Mi ricordo che il lunedì mattina era stanco perché la domenica andava a ballare e io lo facevo dormire nel retro bottega, di nascosto del titolare. Gli ho voluto bene, ma evidentemente lui non mi ha dimenticato».

«IL MIO AIUTO non finisce qui — spiega Stefano — Abbiamo fatto un po’ di spesa e riempito la macchina di provviste per i prossimi giorni, ma al più presto Paolo avrà anche una sistemazione, mi sono già attivato. Lui è un gran lavoratore e un elettricista di grande esperienza, spero che qualcuno si faccia avanti per offrirgli un impiego». ORA PAOLO aspetta che l’ospedale di Prato lo chiami: è in lista d’attesa per un altro intervento, dopo quello che lo ha salvato da un infarto in corso a ferragosto. «Dormo davanti al pronto soccorso, perché ho paura di sentirmi male un’altra volta — spiega Paolo —. Così, quando ho necessità, posso utilizzare i servizi. Devo continuare la terapia di farmaci. Voglio rimettermi, anche per riprendere a lavorare. Non sono finito». Martina Vacca