Giovedì 25 Aprile 2024

Violenza economica, forma subdola di maltrattamento domestico

Quando l'uomo tiene in scacco la donna negandole un'autonomia economica. I dati in un convegno a Palazzo di Giano

La giornata contro la violenza sulle donne a Palazzo di Giano

La giornata contro la violenza sulle donne a Palazzo di Giano

Pistoia, 26 novembre 2014 - Se le forme di violenza subite dalle donne non comprendono solo quella fisica, ma anche quella di tipo economico. Sono stati presentati ieri a Palazzo di Giano, nell'ambito del convegno su "Violenza economica, forma subdola di maltrattamento: una ricerca e nuove prospettive di trattamento degli autori", i risultati di un’indagine esplorativa sul fenomeno della violenza economica effettuata su un campione di 178 donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza Liberetutte e Aiutodonna dal primo maggio 2011 al 30 aprile 2013. Come spiegato dagli esperti, all’interno delle mura domestiche la discriminazione economica consente all’uomo di mantenere saldo il potere, di esercitare il controllo e di assoggettare la donna. Il denaro viene utilizzato, consapevolmente o inconsapevolmente, per tenere la donna ancorata alla relazione, per la sua paura di cadere in povertà o di perdere status sociale.

L’obiettivo della ricerca era quello di ottenere un quadro del fenomeno della violenza economica, di come si manifesta e delle sue caratteristiche, evidenziando specificatamente i danni diretti e l’incidenza sul mantenimento della propria condizione di vittima nella relazione maltrattante. I dati analizzati mostrano che su 4 gradi individuati, la forma di violenza più significativa è quella limitante (45,7%), ossia volta a limitare fortemente il raggio di azione e di indipendenza della donna, seguita dalla delinquenziale (33,7%), orientata ad attuare comportamenti che espongono la vittima a conseguenze anche penalmente rilevanti (per esempio, firmare assegni scoperti), dalla controllante (30,9%), utile a vigilare sulla gestione del patrimonio familiare, e infine da quella ordinaria (11,8%).

Inoltre, mentre il 33% di donne rientrerebbe in pieno in una tipologia definita di violenza economica, per il 36% i confini appaiono più sfumati. La ricerca è stata arricchita dai punti di vista di tre soggetti: le operatrici d’accoglienza, la psicologa e il legale. Dopo l’indagine sulla violenza economica, il convegno si è concentrato sul servizio Po.st.it, che è stato attivato nel 2010 per fornire un aiuto alle vittime di stalking e che oggi ha presentato il nuovo servizio di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza domestica, non limitandosi più alla sola figura degli stalker, ma a tutti coloro che agiscono condotte di violenza all’interno delle relazioni.

L’obiettivo è quello di intervenire sulla qualità delle relazioni laddove vi siano precedenti condotte o possibili indicatori di comportamenti violenti, prevedendo anche uno spazio di consulenza per i familiari, in relazione sinergica con tutti i soggetti istituzionali che a vario titolo si occupano della violenza domestica. Nel corso della tavola rotonda alla quale hanno preso parte tutti i partner del servizio – Prefettura, Autorità giudiziaria, Forze dell’ordine e Ufficio esecuzione penale –, è stato illustrato in che modo funzionerà concretamente questa nuova rete di intervento sugli autori di violenza.