Regionali, Vendola a Pistoia per parlare di crisi, industria e nozze gay

Tappa in città a sostegno della candidatura di Tommaso Fattori. E sull'azienda di via Ciliegiole: La cessione? Un errore strategico"

Niki Vendola a Pistoia (foto Quartieri)

Niki Vendola a Pistoia (foto Quartieri)

Pistoia, 23 maggio 2015 - «L'astensionismo sarà il vero vincitore delle elezioni regionali». Lo ha detto Nichi Vendola, presidente nazionale di Sel, oggi a Pistoia per un'iniziativa elettorale. «L'astensionismo - ha detto ancora - è frutto del disincanto, dell'amarezza , dell'inganno ormai rivelato di quella che sembrava la favola bella del Partito Democratico di Renzi e che si sta rivelando un incubo per tanti strati della popolazione. Penso agli insegnanti e agli studenti, che si vedono sfregiati da una brutta riforma che ha un'idea autoritaria della scuola».

«Per questo c'è bisogno di un voto che ricostruisca il campo della sinistra, la sinistra dei diritti, dei valori, la sinistra che combatte l'alleanza con gli impresentabili, che non intende mai sporcarsi le mani con quelli che appartengono all'universo opaco di Gomorra. C'è bisogno di cambiare verso - ha concluso -, ma non nel senso conservatore e talvolta regressivo di Matteo Renzi, cambiare verso significa cura del territorio, chiudere la stagione nefasta delle grandi opere e dei luna park corruttivi, mettere al centro il riassetto idrogeologico, la cura delle persone, quelle con disabilità, quelle più anziane, la cura dei bambini». Non solo elezioni, ma anche crisi («la verità su Iva e pensioni la vedremo subito dopo le elezioni regionali»), nozze gay, all'indomani dell'apertura dell'Irlanda ai matrimoni gay decretata dal referendum ("una lezione di civiltà, dalla cattolicissima Irlanda") e redditi minimi: di questo ha parlato Vendola nella sua tappa a sostegno della candidatura di Fattori, ma anche di una questione più strettamente pistoiese, AnsaldoBreda.

«Spero che la vicenda della cessione di AnsaldoBreda a Hitachi non finisca come la vicenda della Indesit ceduta alla Whirpool. Vedo che il premier Matteo Renzi ha orrore di fronte all'idea che tocchi al Governo e allo Stato fare politiche industriali, io invece penso che tocca al Governo fare politica industriale, tocca al Governo ora chiedere ai giapponesi di presentare sulla Breda il piano industriale. Vorrei anche dire che trovo sbagliato che Finmeccanica dismetta le sue partecipazioni nelle produzioni civili e si concentri esclusivamente sulle produzioni militari, lo trovo proprio un errore strategico, ma anche questo accade senza che il Governo se ne occupi e a me pare molto strano»