Un portavoce di troppo per l’Asl. Chiesto il processo per l’ex dg

Nuovi guai per Scarafuggi. L’accusa: c’era già personale qualificato

Alessandro Scarafuggi

Alessandro Scarafuggi

Pistoia, 22 novembre 2014 - NOMINÒ un portavoce anche se nell’azienda sanitaria pistoiese esisteva già personale qualificato che avrebbe potuto svolgere efficacemente l’attività di pubbliche relazioni e procurando così, al nuovo addetto, quello che, per la Procura della Repubblica di Pistoia, fu «un ingiusto vantaggio professionale». Ed è con l’accusa di abuso d’ufficio che l’ex direttore generale dell’Asl 3, Alessandro Scarafuggi, oggi direttore dell’Asl di Empoli, potrebbe essere chiamato ad affrontare un nuovo processo penale. Il sostituto procuratore della Repubblica Luigi Boccia, che ha diretto le indagini su questa nuova vicenda, ha depositato in questi giorni la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’ex dg dell’Asl 3 di Pistoia.

L’UFFICIO del gup fisserà, nei prossimi giorni, la data in cui si svolgerà l’udienza preliminare nella quale sarà discussa questa richiesta. Scarafuggi, è difeso dagli avvocati Federico Bagattini e Alberto Corsinovo di del foro di Firenze, che lo assistono anche nell’altra vicenda che lo vede indagato per falsità ideologica in atto pubblico, insieme all’ex responsabile amministrativo, Stefano Simonetti (oggi in pensione, e difeso dall’avvocato Andrea Niccolai), per i presunti bilanci mascherati dell’azienda sanitaria, in riferimento agli anni 2009-2010, e per la quale le indagini, anche queste dirette dal pm Boccia, sono già, come è noto, in fase di conclusione.

Gli interrogatori si sono già svolti nei giorni scorsi. Per la pubblica accusa Scarafuggi, nell’esercizio delle proprie funzioni di direttore generale, violando l’articolo 7 comma 6 del Decreto legislativo 165 del 2001, avrebbe procurato a Cesare Ruffini: «Un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nel compenso per l’attività svolta su incarico di collaborazione coordinata e continuativa per lo svolgimento di attività Communication, marketing, fundraising e relazioni esterne, e arrecando un corrispondente danno ingiusto all’Ausl di Pistoia.

«In particolare – recita il capo di imputazione formulato dal dottor Boccia – lo Scarafuggi, con le deliberazioni numero 405 del 4 giugno 2007, numero 756 del 30 dicembre del 2008, numero 763 del 31 dicembre del 2009, 696 del 23 dicembre del 2010 e 620 del 30 dicembre 2011, nonostante all’interno dello stesso ente pubblico vi fosse personale idoneo e professionalmente adeguato a ricoprire tale incarico e a svolgere le attività che questo prevedeva, deliberava di conferire l’incarico a Ruffini, che era stato destinatario di un incarico simile all’Asl di Massa, dove lo Scarafuggi aveva prestato attività di direttore generale, deliberando successivamente il rinnovo annuale dell’incarico nonostante le professionalità interne e le relative capacità fossero, con l’andare del tempo, cresciute ed avessero conseguito maggiori competenze. L’incarico – conclude il pm – veniva conferito senza effettuare procedure comparative con altre professionalità».

LA VICENDA del portavoce emerse dopo la segnalazione del collegio revisori dell’Asl 3 alla Corte dei conti e, da questa, alla Procura di Pistoia, ma fu anche, nel maggio di due anni fa, oggetto di aspre contestazioni dell’opposizione in consiglio comunale.