Ucciso per errore nel raid. Le spoglie di Giovanni Lo Porto tornano in Italia

Alle 17 di oggi l'autopsia sul corpo del cooperante ucciso a gennaio in un raid a confine fra Pakistan e Afghanistan. Il padre vive a Pistoia da vent'anni.

Giovanni Lo Porto (foto Ansa)

Giovanni Lo Porto (foto Ansa)

Pistoia, 20 agosto 2015 - Lo scorso gennaio un raid anti-terroristico condotto con un drone della Cia lo uccise per errore. Nel mirino dell’operazione a confine fra Pakistan e Afghanistan quel giorno c’erano i bunker di Al Qaeda dove si nascondevano proprio i jihadisti che il 19 gennaio 2012 lo avevano rapito in Punjab. Oggi, finalmente, le spoglie di Giovanni Lo Porto, cooperante italiano di 39 anni e originario di Palermo è tornata in Italia. A dare la notizia alla famiglia è stato il premier Matteo Renzi che ha rinnovato il proprio cordoglio. Il padre di Giovanni, Vito Lo Porto vive da quasi vent’anni a Pistoia dove è volontario della Misericordia.

Oggi l’uomo è stato contattato dai carabinieri, alle 17  è stata eseguita l’autopsia (il padre ha scelto di rinunciare alla consulenza di parte) a Roma dove si sono recate la moglie e la figlia. «Il Governo – spiega una nota della presidenza del Consiglio – dopo la sua tragica morte, fosse data a Lo Porto degna sepoltura, dando così un luogo del dolore alla famiglia, a quanti lo hanno conosciuto ed apprezzato per il suo limpido e straordinario impegno e agli italiani tutti».

L’annuncio della morte era arrivato direttamente dal governo degli Usa con l’ammissione del presidente statunitense Barack Obama. Nell’attacco fatale a restare ucciso fu anche Warren Weinstein, americano di 73 anni prigioniero di Al Qaeda dal 2011. «In memoria di Lo Porto – prosegue la nota – e delle attività umanitarie da lui svolte saranno avviate iniziative di cooperazione nel campo dell’educazione e della formazione».

Negli scorsi mesi il padre Vito si era sottoposto a quattro prelievi di campione di dna per effettuare una comparazione con quella del figlio e accertare che il corpo ucciso dallo «strike» della Cia appartenesse al figlio. La famiglia in questi giorni deciderà se seppelire il corpo di Lo Porto nel cimitero di Pistoia dove il padre vive da vent’anni o a Palermo dove il cooperante era nato.