Si rompe un tubo, rubinetti a secco: «E’ stato impossibile lavorare»

Affari a picco, i commercianti attaccano: «L’invaso che fine ha fatto?»

Uno dei residenti arrabbiati

Uno dei residenti arrabbiati

Montale (Pistoia), 11 febbraio 2016 - MONTALE è rimasto senza acqua fino alle 14 del pomeriggio di ieri per un guasto all’acquedotto dell’Agna delle Conche provocato dal temporale verificatosi durante la notte precedente. Gravi i disagi e i danni per le abitazioni provate e soprattutto per gli esercizi commerciali e per gli edifici scolastici dove non hanno funzionato i bagni per tutta la mattinata. I bar non hanno potuto servire caffè e cappuccini, i parrucchieri hanno dovuto disdire decine di appuntamenti e mandare via i clienti. Non è la prima volta che si verifica un’interruzione del servizio idrico in occasione di temporali anche di lieve entità come quello capitato la notte scorsa.

L’IMPIANTO dell’Agna delle Conche preleva direttamente l’acqua dal torrente e quindi in caso di precipitazioni piovose può capitare che il sistema di filtri non riesca a ridurre abbastanza la torbidità dell’acqua e che quindi l’erogazione si fermi momentaneamente. La rabbia dei montalesi è però dovuta al fatto che a nord dell’abitato esiste un invaso idrico, pieno di 80 mila metri cubi di acqua, costato a suo tempo cinque miliardi delle vecchie lire, che non viene utilizzato in occasione di queste emergenze. L’invaso, realizzato dal Comune e inaugurato nei primi anni duemila, è poi passato a Publiacqua insieme alle reti dell’acquedotto.

L’imponente sforzo economico e amministrativo sostenuto per dotare Montale di un invaso doveva mettere al sicuro la collettività di Montale da ogni problema di carenza idrica. Ora i cittadini non capiscono perché le riserve idriche del bacino non siano utilizzate in casi di necessità come quello verificatosi ieri. «Siamo stati bloccati per tutta la mattinata, nella impossibilità di lavorare – dice Alessandro Cavaciocchi del negozio di parrucchiere «I Cladò» - per noi è stato un danno economico considerevole oltre al grave disagio di dovere telefonare a tutti i clienti prenotati per avvertirli di non venire. Ma le bollette a Publiacqua dovremo pagarle ugualmente anche se siamo vittime di questo disservizio». «Stamattina ci siamo alzati e l’acqua non usciva dalle cannelle – dice Angelo Maglio – per una famiglia è una situazione difficile, specialmente se si protrae per molte ore come è accaduto a Montale, ma anche al bar dove vado di solito ho visto che non riuscivano a svolgere la loro normale attività».