Braccialetto elettronico allo stalker. «Ma per la vittima torna la paura»

I dubbi dell’avvocato Chiara Mazzeo sull’uscita dal carcere

Braccialetto elettronico

Braccialetto elettronico

Pistoia, 26 settembre 2014 - IL PRIMO braccialetto elettronico — che permette il controllo dei movimenti a distanza — è stato applicato a uno stalker, a Pistoia, agli inizi di settembre. Una misura cautelare che, purtroppo, non ha dato sollievo né alla vittima degli atti persecutori né alla sua famiglia. Una vicenda affrontata dal legale della vittima, l’avvocato Chiara Mazzeo del foro di Pistoia, che è anche legale di Po.st.it, postazione specializzata contro lo stalking e riconosciuta dalla Regione Toscana, al suo quarto anno di attività e di impegno contro le violenze sulle donne. «IN UNO dei casi più recenti seguiti dalla Postazione — fa sapere l’avvocato Mazzeo —, si è avuta l’applicazione per la prima volta nella nostra Provincia del braccialetto elettronico allo stalker al quale, dopo l’arresto, era stata inflitta la misura cautelare della custodia in carcere, in considerazione della particolare gravità della sua condotta criminosa. «La vicenda è da manuale — rileva l’avvocato — il giovane non si è mai rassegnato alla fine della relazione sentimentale deciso dalla sua fidanzata e ha iniziato a molestare lei e i suoi genitori con condotte che da appostamenti sotto la loro abitazione, telefonate e messaggi telefonici a ogni ora del giorno e della notte, sono diventate sempre più intimidatorie nel corso degli anni. A niente è servita una prima condanna inflitta all’uomo, per stalking, due anni fa. Ha continuato a molestare la giovane e i suoi familiari con minacce di morte e ingiurie telefoniche e incursioni presso la loro abitazione. Condotte poste in essere — spiega l’avvocato — anche nei periodi in cui l’uomo si trovava agli arresti domiciliari per altri reati commessi nel frattempo. Per anni la vittima e i suoi genitori hanno vissuto nel terrore e hanno modificato radicalmente le loro abitudini di vita: dotando la loro abitazione di allarme e telecamere, cambiando il numero di telefono, meditando di trasferirsi in un’ altra regione». Alcuni mesi fa il padre della vittima è stato pedinato dallo stalker e brutalmente picchiato con pugni e calci in pieno giorno nel centro cittadino. Anche in quel caso l’uomo ha minacciato di morte lui e la figlia se non avessero ritirato le denunce. E’ stato arrestato dalla squadra mobile e nuovamente raggiunto da una misura cautelare, stavolta in carcere. ​Nel frattempo si è celebrato a suo carico il secondo processo per stalking e gli è stata inflitta una pena più pesante della prima volta, anche in considerazione della recidiva, ed è stata confermata la misura cautelare in carcere. POI, alle parti civili, è stata notificata la decisione del Riesame, che ha disposto l’applicazione del braccialetto elettronico e i domiciliari. Un vuoto della legge sul femminicidio, per l’avvocato Mazzeo, poichè la vittima, in questa sede, non ha voce in capitolo. E il primo sollievo, è sfumato: «La vittima e i suoi genitori — conclude Chiara Mazzeo — sono ripiombati nel terrore. Postit ha garantito un percorso psicologico alla vittima per affrontare tale disagio con lo psicoterapeuta Massimo Giusti».

lucia agati