Real Aglianese, la classe di chi retrocede

La prima squadra neroverde scende in D femminile dopo il 7-0 interno col Casentino. Esposito: "Retrocessione meritata. Scriveremo altre pagine belle"

Cristina Mariani, tra le poche a salvarsi nel Real Aglianese

Cristina Mariani, tra le poche a salvarsi nel Real Aglianese

Agliana, 23 maggio 2017 - Lo stile, nella sconfitta. Il Real Aglianese, una delle squadre che porta a giro per l’Italia il nome di Agliana, cittadina in provincia di Pistoia, è retrocesso. Dalla serie C alla D. Il club che ha proseguito la storia dell’ancor più mitica Associazione Calcio Femminile Agliana, un nome un’istituzione del calcio rosa, ricomincerà daccapo. Perdendo 7-0 al “Barontini” di Agliana con il Casentino, ha dovuto dire arrivederci alla C: ha chiuso all’ultimo posto della classifica con appena 6 punti, frutto di 2 successi e 22 sconfitte. Il Ponte a Moriano, la rivale diretta che si è salvata, di punti ne ha messi assieme uno in più, 7.

“Abbiamo finito di scrivere una pagina, ne scriveremo altre – ha tosto chiosato Armando Esposito, presidente/allenatore del sodalizio –. La retrocessione ce la siamo meritata sul campo. Questo gruppo, pur dalla rosa-giocatrici corta e qualitativamente non eccelsa, avrebbe potuto far di più, tecnici compresi. Se non l’ha fatto, giusto che finisca in D”.

Esposito, d’origine calabrese ma aglianese d’adozione, è sereno: quasi si fosse tolto un peso dallo stomaco. Racconta. “È stata un’annata complicata, scaturita dai problemi societari avuti negli ultimi tre, quattro anni. Una stagione difficile, difficilissima che avremmo comunque potuto raddrizzare. Ma se non ti alleni con impegno e costanza, non corri. E se nel calcio odierno non corri, puoi essere bravo quanto vuoi, ma i risultati non arrivano. È andata così: ora si riparte”.

Nessuna polemica con chi, più di uno, gli ha messo i bastoni tra le ruote, nemmeno velata. La classe di chi sa stare nello sport, vivendoci da una vita. Di chi ha vinto non tanto: di più. Dapprima uno scudetto tricolore giovanile con l’Acf Agliana, nel 2000, poi con Prato, infine promozioni sino alla B con il Real e Coppe e Supercoppe Toscane in serie. E ancora coppe, coppette e tornei. Ma nello sport, come nella vita, si vince e si perde: e bisogna saper vincere e saper perdere. Pensando a sé stessi e non agli altri. Pensando a migliorare sé stessi, senza snaturarsi però. Non è un Santo, Esposito, non ci sono Santi, ad Agliana. Si arrabbiano, come e più degli altri. Ma vivendo lo sport, sanno controllare le emozioni, senza esaltarsi né deprimersi.

L’ultima gara, col Casentino, è come se non fosse stata disputata. “Eravamo già in svantaggio dopo appena 4 minuti di gioco – sostiene, disilluso, Esposito –. Purtroppo. Un peccato. Ma come cantava Baglioni, la vita è adesso”. Già. Certo, sarebbe stato bello se qualcuno, ad Agliana, si fosse interessato a un bene importante d’Agliana. Ma questo lo scriviamo noi, che siamo senz’altro meno sportivi delle donne, degli uomini, di tutto coloro che fanno parte del Real Aglianese. Gianluca Barni