Acqua, giornali e caffé con i soldi della Camera di Commercio: impiegato condannato dalla Corte dei Conti

Il caso di un dipendente finito nel mirino per spese senza una vera giustificazione

L'ingresso della Camera di commercio di Pistoia (FotoCastellani)

L'ingresso della Camera di commercio di Pistoia (FotoCastellani)

Pistoia, 2 aprile 2015 - Spese per quotidiani, acqua minerale e cialde di caffè: per la Corte dei conti sono ingiustificate ed è per questo che un dipendente della Camera di commercio di Pistoia è stato chiamato a rimborsarle di tasca propria. Il conto è salato: si tratta quasi di quasi 19mila euro (per la precisione 18mila e 967), somma che si spalma su quattro anni (dal 2008 al 2011) e che comprende anche un viaggio per la partecipazione a una fiera in Francia, sempre in rappresentanza dell’ente di corso Silvano Fedi.

La sezione Toscana della magistratura contabile è stata zelante, condannando l’economo della Camera di commercio a rispondere personalmente delle spese, di cui viene fornito ogni dettaglio. Sono state accolte praticamente tutte le contestazioni presentate dal pubblico ministero, Acheropita Mondera. La sentenza risale al 19 novembre dello scorso anno ma è stata pubblicata soltanto di recente. La voce più consistente è per i quotidiani, con l’importo calcolato di 12mila e 576 euro nei quattro anni. Si tratta di abbonamenti on-line per i due giornali locali e in versione cartacea per altri due a tiratura nazionale in materia economico-finanziaria.

Secondo la Corte dei conti «possono essere ammessi a discarico solo gli oneri concernenti gli abbonamenti on-line, sufficienti per il doveroso aggiornamento della struttura, nonchè una copia dei quotidiani cartacei Il Sole 24 ore e Italia oggi, in quanto aventi contenuto specializzato, di precipuo interesse istituzionale. Completamente inconferenti ed estranee – sempre secondo i giudici – sono le altre spese, sia in considerazione dell’ampia e ingiustificata platea dei destinataria, sia per l’rritualità della località di acquisto, del tutto avulsa da quella ove vengono esplicitate le funzioni istituzionali». In conclusione l’eccesso di spesa sarebbe stato di 9mila e 140 euro.

L’acquisto di cialde di caffè e acqua minerale destinate a consumo interno ha comportato invece una spesa di 8mila e 742 euro nei quattro anni. La Corte dei conti ha rigettato la tesi della difesa che richiamava le norme in materia di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, che prevedono di non utilizzare l’acqua dei rubinetti a fini diversi dal lavaggio. «Del tutto priva di giustificazione» sarebbe infine la spesa di mille e 84 euro relativa al rimborso delle spese di viaggio per la partecipazione a una fiera in Francia. E questo perchè il viaggio è stato compiuto da una persona che non fa parte della Camera di commercio.