I genitori delle Roncalli scrivono al sindaco :"Inconcepibile lo scambio con la scuola media Cino"

Continua "il muro contro muro" sul futuro dei due plessi dopo il trasferimento al bastione Tyron di nove classi delle Cino

Alunni in una aula (Ravaglia)

Alunni in una aula (Ravaglia)

Pistoia, 18 novembre 2014 - Alcuni genitori della scuola mesia Roncalli sono tornati a scrivere al sindaco Samuele Bertinelli per ribadire il loro "no" all'ipotesi di scambio con le Cino, scambio che, al contrario, genitori e preside dell'istituto di via Enrico Rossi chiedono a gran voce. Ecco la lettera integrale.

Gentile Signor Sindaco, Le scriviamo in merito all’imminente decisione sul proposto scambio di sedi tra le scuole Roncalli e Cino, in merito alla quale volevamo porre alla sua attenzione alcune importanti considerazioni, che dovranno essere necessariamente valutate prima di prendere qualsiasi decisione. Innanzitutto troviamo decisamente inconcepibile che si possa anche solo ipotizzare un simile scambio quando la scuola media, come quella elementare, è una scelta basata essenzialmente sulla vicinanza della scuola al luogo di residenza, oltre che naturalmente sull’offerta formativa. Nel nostro caso, come genitori, la scelta della scuola Roncalli è stata determinata da un insieme di motivi, che non possono e non devono essere scissi e discriminati: la vicinanza a casa, l'ampio edificio scolastico dotato di numerosi laboratori e, naturalmente, l’ottima impressione destata dagli insegnanti e dell'offerta formativa, alla presentazione della scuola. Riteniamo la nostra scelta scolastica degna di assoluto rispetto e foriera di un diritto civico insopprimibile per l'intero corso di studi. Nel caso venga effettuato lo scambio noi, e molti altri genitori, ci troveremmo obbligati a dover accompagnare e riprendere ogni giorno in macchina gli alunni, con notevoli disagi di organizzazione familiare e lavorativa, nonché di costi aggiuntivi e ripercussioni sul già pesante traffico cittadino mattutino (disagi che peraltro verrebbero raddoppiati giacché anche i genitori delle Cino sarebbero costretti a fare altrettanto). Nessuno finora ha prospettato l’ipotesi di un servizio comunale di navetta per ovviare ai pesanti disagi che verrebbero arrecati dal suddetto scambio di sedi. Cogliamo anzi l'occasione per chiederLe se tale servizio sia stato valutato in discussione nell’ordine del giorno del consiglio comunale. In alternativa a tale scenario, molti (troppi!) alunni verrebbero sradicati dalla classe in cui si sono inseriti perfettamente, e dagli insegnanti con cui lavorano con grande sintonia e proficuamente, per chiedere l’iscrizione presso la nuova sede delle Cino … sempre che questa venga accolta … perché se molti decidessero per questa ipotesi il problema si ripresenterebbe amplificato a breve. Un altro aspetto gravemente trascurato verte sulla questione della presenza di amianto nella struttura scolastica. Risulta in effetti allarmante che sia la dirigenza scolastica che l'amministrazione comunale, fino ad oggi, abbiano trascurato pesantemente il diritto alla salute dei nostri ragazzi. Non solo tanti ragazzi fino ad oggi hanno studiato in aule rivestite di eternit, esponendosi così ai pericolosi rischi di contrarre gravi malattie tumorali, ma nell'odierno progetto di trasferimento della scuola Roncalli nella Cino, non si è tenuto conto che la demolizione del fabbricato inagibile esporrebbe comunque gli alunni all'amianto. Pertanto, con la presente, si chiede che la demolizione avvenga in assenza di attività didattica, altrimenti si esporrebbero i ragazzi (sia della Cino che eventualmente delle Roncalli) alla polvere di amianto e ai conseguenti rischi di contrarre gravi malattie. Comunque, qualsiasi sia la decisione della giunta comunale in merito, vorremmo avere l'assoluta garanzia che i locali destinati all'insegnamento didattico ed alle attività extra-orario scolastico siano con assoluta certezza prive di amianto, nel rispetto del diritto alla salute costituzionalmente garantito. Ad oggi, la dirigenza delle Cino pare stia facendo pressione sui genitori paventando il licenziamento dei propri professori (cosa assolutamente improponibile, immaginiamo) o la rinuncia all’offerta formativa se si trovasse costretta a ridurre le iscrizioni. Il Signor Sindaco si è forse chiesto quanta dell’attuale utenza delle Cino è popolazione locale e quanta non lo è? Questi sono dati che la dirigente DEVE avere a disposizione, in quanto fanno parte dei criteri di accettazione/rifiuto delle domande di iscrizione. Premesso questo, si è preso in considerazione il fatto che il prossimo anno, quantomeno per ragioni geografiche, ci sarebbe un esubero di iscrizioni per la scuola in via Pisacane (che si chiami Cino o che si chiami Roncalli)? A tale domanda, posta alla riunione organizzata dalle Cino in data 12.11.2014, la dirigente ha replicato che le iscrizioni in esubero dovranno essere smistate su altre scuole! Viene allora da domandarsi come mai la stessa dirigente non ha fatto altrettanto in passato e non vuole fare altrettanto il prossimo anno per la scuola che dirige. Auspichiamo fortemente che questa sia una delle domande che finalmente Lei, Signor Sindaco, l’amministrazione comunale ed il consiglio comunale si porranno. Inoltre, come mai i ragazzi attualmente alle Roncalli dovrebbero essere sacrificati ad andare in una scuola che non può offrire gli stessi laboratori, biblioteche, aule di lingua straniera, ecc., che hanno attualmente a disposizione? Oltretutto per andare in una sede dove ci saranno sicuramente dei lavori edili in corso (se non altro di distruzione del prefabbricato). Non è forse questa una rinuncia all’offerta formativa per loro? Sono forse loro materiale umano di categoria inferiore? Vittime di giochi di potere nell’ambito delle strutture scolastiche? È vero che al momento alle Roncalli ci sono aule in “esubero” ed è per questo motivo che hanno potuto ospitare le classi terze delle Cino (peraltro a scapito delle aule dove avrebbero dovuto fare le lezioni della seconda lingua, quindi non esattamente in esubero). E’ però altrettanto vero che altre scuole hanno porzioni non utilizzate (ad es. Anna Frank), così come qualche anno fa erano le Cino ad avere aule vuote e le Roncalli erano a pieno regime. Cosa vogliamo fare? Ogni 3-4 anni si scambiano tutte le sedi per accontentare l’ossessivo narcisismo di qualcuno? Non sarebbe forse più logico cercare invece in tutti i modi di ricostruire il prefabbricato? Magari utilizzando, come proposto da alcuni genitori alla riunione organizzata dalle Cino, ditte di edilizia prefabbricata di alto standard, ecologicamente sostenibili (qualche pannello solare/fotovoltaico non sarebbe una pessima idea …), a bassissimo costo ed edificabili in tempi rapidissimi? Perché altrimenti la forte sensazione è che a Pistoia debbano per forza sempre costruire le stesse ditte, con le lungaggini burocratiche e giudiziarie frequentemente ad esse associate. Se il Signor Sindaco non riesce a sbloccare il patto di stabilità (come forse, ci chiediamo, è riuscito a fare per la facciata della scuola mantellate attualmente in rifacimento e persino in altre situazioni di minor importanza per la cittadinanza locale), si potrebbe in alternativa cercare una sponsorizzazione da parte delle varie associazioni operanti a Pistoia e/o coinvolgere i cittadini per la raccolta di fondi con varie iniziative. Immaginiamo che gli arredi interni dell’attuale prefabbricato siano perfettamente fruibili e quindi i costi sarebbero limitati alla costruzione dell’edificio. Peraltro ci auguriamo che al proposito sia già in atto un piano per lo smantellamento in tempi rapidi del prefabbricato in amianto, possibilmente in un periodo di vacanze scolastiche, dove le prossime vacanze di Natale potrebbero rappresentare un’ottima occasione. Vorremmo infine chiedere al Signor Sindaco: È forse a conoscenza l’amministrazione comunale che buona parte dei genitori delle Cino e la stragrande maggioranza dei genitori delle Roncalli sono contrarie allo scambio di sede? Confidiamo che nel prendere la decisione finale, Lei e la Giunta comunale teniate conto di tutte le proposte/proteste e punti di vista degli attuali utenti delle due scuole, senza voler solo accontentare i piani alti delle varie dirigenze scolastiche e gli equilibri politici, come avviene di solito in questo paese. Questo sarebbe un segnale di rinnovamento e di speranza, per un modo di fare politica finalmente a tutela dei cittadini e dei loro diritti, piuttosto che nel circolo poco virtuoso della tutela delle classi politica e dirigente stesse.

Cordialità, Lucia Mancini, Paolo Comeglio, Laura Signorini e Gabriele Turelli