Rugby Pistoia, quando la passione va oltre i problemi

Faccia a faccia nella nostra redazione con giocatori e giocatrici del club biancorosso

Alcuni rappresentanti del Rugby Pistoia alla Nazione di Pistoia (foto La Nazione)

Alcuni rappresentanti del Rugby Pistoia alla Nazione di Pistoia (foto La Nazione)

Pistoia, 30 maggio 2015 - Il rugby probabilmente è lo sport di squadra per eccellenza. Non si può lanciare la palla in avanti (con le mani) e questo fa sì che le azioni di gioco si sviluppino chiamando in causa tutti i vari giocatori. Come se non bastasse i contatti con compagni di squadra e avversari sono continui e questo, per chi conosce gli sport di contatto, non può che aumentare lo spirito collaborativo di ogni gruppo. L'unione e la coesione sono quindi due caratteristiche fondamentali per la palla ovale, sia in campo che fuori: a conferma di questo abbiamo ricevuto la visita di alcuni giocatori e alcune giocatrici del Rugby Pistoia, squadra che da 10 anni esiste sul territorio pistoiese, da tempo alle prese con problemi legati all'impiantistica. Negli ultimi giorni il dibattito si è "infiammato" perché sembra che la Pistoiese sia intenzionata a richiedere al Comune l'uso esclusivo del campo Turchi, impianto utilizzato dagli arancioni per gli allenamenti e dai biancorossi per le gare interne del campionato (quindi due volte al mese tra settembre e aprile, circa). L'amministrazione è proprietaria dell'impianto e non si è ancora pronunciata sulla questione. I tesserati biancorossi invece sì e, su iniziativa propria (lasciando fuori la dirigenza del club), hanno voluto prendere la parola. Questa mattina li abbiamo ricevuti nella nostra redazione.

"Le nostre squadre si allenano al campo Pistoia Ovest A - hanno detto -. Mesi fa l'impianto è andato incontro a lavori di manutenzione, le società di altre discipline che si allenavano con noi sono state dirottate altrove mentre a noi hanno detto di tenere duro e di restare lì perché più avanti le cose sarebbero migliorate. A oggi però nulla è cambiato e nella migliore delle ipotesi il prossimo anno potremo tornare ad allenarci a Pistoia Ovest A ma utilizzando solo metà campo. Ci siamo quindi dovuti allenare per molti mesi nella striscia di terra che si trova di fianco al campo da calcio, un'area poco illuminata, con tombini e pali in bella vista, quindi anche pericolosa". I problemi logistici non si sono fermati qui: spesso negli spogliatoi, come raccontano i protagonisti, mancavano riscaldamento e acqua calda, a volte i vani erano sporchi e per questo soprattutto i più piccoli su volere dei genitori non facevano la doccia al campo. Meglio montare in macchina sporchi e motosi ma lavarsi in condizioni migliori. "Ci siamo sentiti dire a più riprese che abbiamo rovinato il campo Turchi giocandoci due volte al mese - continuano i giocatori biancorossi - quando a Roma, seppur con le dovute proporzioni, la Nazionale di rugby ha giocato di sabato allo stadio Olimpico lasciando il campo senza problemi il giorno dopo al calcio. Quando siamo al Turchi sistemiamo il campo prima e dopo la partita, rimuovendo le nostre attrezzature e pulendo com'è giusto che sia, addirittura risistemando anche le porte da calcio. A marzo poi dopo la tempesta di vento ci siamo messi in moto per togliere i tronchi degli alberi caduti al Turchi: lo sentiamo un po' anche nostro e ci dispiaceva vederlo così. Abbiamo dato una mano volontariamente perché ci sembrava la soluzione migliore".

A proposito del campo da rugby. Il Comune è a conoscenza di un importante progetto che interesserebbe da vicino l'amministrazione stessa e il Rugby Pistoia. "La Federazione nazionale - spiegno - mette a disposizione fino a 100mila euro per adattare un campo a uso del rugby: la struttura deve essere di proprietà comunale e andare in gestione per 15 anni a una società di rugby. I gestori quindi saremmo noi e potremmo tranquillamente concedere i nostri spazi ad altre squadre che intendono allenarsi, senza problemi o vincoli. Oltre ai 100mila euro possiamo prendere un mutuo a tasso zero pagabile in 25 anni con la fideiussione della Federazione. Il Comune dovrebbe solo individuare una struttura da concederci, si tratta di un'occasione da non perdere anche perché ci permetterebbe di ospitare eventi di livello internazionale che darebbero risalto a tutta la città". La questione impianti purtroppo ha già allontanato molte persone dalla società biancorossa: bambini e ragazze (adesso sono sette le giocatrici biancorosse) si erano presentati agli allenamenti ma avendo visto la mancanza di strutture idonee hanno preferito rimandare il tesseramento. "Abbiamo in mente molti progetti - concludono -. Siamo tutti iscritti all'Avis e faremo delle iniziative insieme, a novembre poi allestiremo un museo del rugby nelle Sale Affrescate del Comune. Nei giorni scorsi abbiamo giocato una gara tra di noi per sensibilizzare contro l'omofobia. Il prossimo anno saliranno in prima squadra tanti ragazzi della Under 20 ma è anche vero che purtroppo senza un campo tutto nostro diventa difficile attirare gente e sponsor".