"Scarti tessili nei bidoni, ora i sindaci si muovano"

Nuova denuncia del consigliere Patanè

Salvatore Patanè

Salvatore Patanè

Pistoia, 23 giugno 2016 -  Nonostante i controlli e la dedizione delle forze dell’ordine non cessano gli scarichi illegali sul territorio comunale. Ad essere ritrovati nei cassonetti dei quartieri più periferici, quelli al confine con i comuni della Piana, sono soprattutto scarti di industrie tessili. Sacchi neri ammucchiati nei bidoni dell’indifferenziata che vanno a «pesare» ovviamente sulle tasche dei cittadini, rifiuti con molta probabilità di altri comuni, che alla fine devono essere conteggiati nelle tasse pistoiesi. A questo va ad aggiungersi l’odiosa consapevolezza che il territorio comunale stia piano piano diventando la discarica di «altri». L’ultima denuncia è del consigliere comunale Salvatore Patanè. Insieme ad un gruppo di residenti tra Badia a Pacciana e Chiazzano, Patanè ha rinvenuto non uno ma diversi sacchi di scarti tessili che vengono quotidianamente abbandonati nei bidoni Publiambiente.

« Dopo un ulteriore controllo del territorio accompagnato da cittadini locali, ho documentato il fenomeno e sempre nella periferia Est nella frazione di Badia a Pacciana, aggravato dallo sconfinamento anche nella limitroffrazione di Chiazzano che fa mostra di sé proprio sotto il cartello stradale. Come se nulla fosse, in spregio a qualunque disposto sanzionatorio, codice penale compreso quando e se applicabile, continuano ad essere scaricati scarti tessili senza paure.Ma com’è possibile? Come spiegarlo ai cittadini che devono pagare, pagare e continuare a pagare pergli altri, come raccontare l’inefficacia delle forze dell’ordine se il loro operato non si traduceconcretamente in azione detentiva vanificando ore ed ore di attività investigativa e di monitoraggio del territorio?» «Rivolgo un ulteriore appello ai sindaci dell’area metropolitana, assessore regionale all’ambiente compresa, affinché possano in tempi celeri attivare o rafforzare un servizio di vigilanza e di controllo davvero capillare del territorio, magari con la partecipazione attiva dei cittadini che sono i primi custodi del bene comune. E perché no, legiferare qualcosa di più, di molto di più che una sterile sanzione amministrativa. Perché una cosa è certa: la monnezza pesa, e anche tanto, e ancor di più sulle nostre spalle. E siccome si paga a peso, fatevi due conti». Michela Monti