Prof accusato di molestie sull’alunna

Il docente avrebbe palpeggiato la ragazza. Sentiti anche i compagni di classe

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Pistoia, 16 ottobre 2014 - E’ ripreso ieri mattina, nel tribunale di Pistoia, davanti al collegio presieduto dal giudice Luciano Costantini, pm Giuseppe Grieco, il processo che vede imputato Maurizio Zappalà, 56 anni, professore di un istituto tecnico pistoiese, accusato di violenza sessuale nei confronti di una sua alunna, all’epoca dei fatti minorenne. L’avrebbe costretta, secondo l’accusa, "a subire atti di natura sessuale". Tra gli episodi contestati dall’accusa, un presunto palpeggiamento che sarebbe avvenuto durante un compito in classe. Le molestie sarebbero poi continuate anche in rete, tramite messaggi inviati su Facebook, dal contenuto esplicito (in uno il professore avrebbe chiesto alla ragazza di avere un rapporto sessuale con lui, ndr).

Ieri mattina è stata lungamente ascoltata la ragazza che ha denunciato le molestie e alcuni ragazzi, all’epoca dei fatti compagni di classe della studentessa. A tutti è stato chiesto, sia dal pm Giuseppe Grieco, che dagli avvocati Elisabetta Vinattieri, che difende la ragazza, e Leonardo Zilletti e Giada Maggini, che rappresentano il professor Zappalà, conferma degli episodi contestati.

"Una mattina nel corridoio della scuola — ha raccontato in aula la studentessa — il professore mi fece apprezzamenti espliciti sul mio corpo e poi mi chiese di andare a cena insieme. Io gli dissi di lasciare perdere". Il presunto palpeggiamento, sarebbe avvenuto, invece, durante un compito in classe. Due degli studenti hanno ammesso di aver visto la ragazza in piedi accanto alla cattedra e il professore avvicinarsi con una mano, anche se non avrebbero visto direttamente il palpeggiamento. I ragazzi hanno però confermato l’atteggiamento confidenziale che il professore era solito tenere con la studentessa, il suo toccarle i capelli o cingerle una spalla, atteggiamento che il docente usava tenere anche con altri allievi. Poi in aula sono stati letti i contenuti delle conversazioni avvenute sulla chat di Facebook, dove il professore spiega alla ragazza di essere interessato a lei, fino a formularle una richiesta esplicita di rapporto sessuale. Il processo riprende il prossimo 26 marzo.

Martina Vacca