Montagna, parla Galli: "Così rilanceremo l'economia"

Il 3 ottobre un convegno sul tema organizzato da La Nazione DI DAVIDE COSTA

Rolando Galli

Rolando Galli

di DAVIDE COSTA

Pistoia, 30 agosto 2014 - Lo ripete  come un mantra da almeno quattro o cinque anni: da quando a una riunione del Consiglio provinciale a Cutigliano raccontò di un progetto per velocizzare i collegamenti tra la città e la montagna: l’Appennino pistoiese per vivere ha bisogno di una nuova strada. E’ ovvio quindi che Rolando Galli, presidente del consorzio turistico di Confcommercio Apm - Abetone Montagna Pistoiese, sia una sorta di «padre spirituale» della campagna che La Nazione ha lanciato lo scorso 19 agosto e che il 3 ottobre sarà oggetto di un convegno organizzato proprio dal nostro giornale. «Sono felice — racconta Galli con un pizzico di orgoglio — di essere considerato uno dei padri dell’iniziativa, anche se chiaramente il merito maggiore va all’ingegner Roberto Pinelli che questo progetto l’ha realizzato. Per quanto mi riguarda ho solamente manifestato un disagio che la montagna ha: una carenza infrastrutturale attualmente non superabile senza interventi radicali come quelli suggeriti dalla tesi dell’ingegner Pinelli».

Pensa che un progetto di questo genere, oltre che rilanciare il turismo, possa giovare anche all’intera economia della montagna?

«Ne sono assolutamente convinto: è chiaro a tutti che un’opera di queste dimensioni non si fa in pochi mesi. Ma riuscire a partire con i lavori potrebbe dare una speranza alla montagna e rinnovare le aspettative degli abitanti e dei turisti. Inoltre un investimento di questa portata potrebbe portare nuove risorse finanziarie, senza considerare che una più facile raggiungibilità del territorio darebbe maggior valore alle proprietà immobiliari e rilancerebbe la vita in montagna».

Non è d’accordo, quindi, col sindaco di San Marcello Silvia Cormio, che nei giorni scorsi si è detta preoccupata del fatto che una strada più veloce potrebbe far diventare la montagna il dormitorio della pianura?

«Credo che le parole del sindaco siano state male interpretate: ho avuto modo nelle scorse settimane di parlare con Silvia Cormio e la strada è considerata anche da lei un nodo vitale che, lo ribadisco, permette il ritorno della vita in montagna. Giusto per fare un esempio: negli anni abbiamo perso tantissimi posti di lavoro nell’industria. Guarda caso ciò è avvenuto quando i costi di trasporto sono diventati insostenibili, soprattutto in rapporto ad altre zone vicine».

Quali?

«A livello infrastrutturale la nostra montagna ha sofferto tantissimo, mentre ad esempio negli ultimi venti anni la valle del Reno da Porretta in poi e la Garfagnana hanno avuto molto. Adesso è il nostro turno».

Anche la politica sembra essersi destata da un torpore decennale...

«Me lo auguro, perché adesso è proprio il mondo della politica a dover fare il suo corso: sono felice delle parole dell’onorevole Bini e di tutti i sindaci, che hanno sposato l’idea. E voglio sottolineare un’altra cosa: questo progetto si sta dimostrando apartitico: un particolare fondamentale, visto che ci sarà bisogno dell’appoggio di tutti».