Caso Laing, Bartoli: "Alla gogna mediatica non ci sto"

"Da parte mia nessuna minaccia, nessuna offesa e nessuno stile mafioso. La direzione provinciale ha escluso Laing con il 97%, mi pare inverosile che con questi numeri si sia fatto tutto questo trambusto" / LAING E LA TELEFONATA 'INCRIMINATA': "FU BARTOLI A CHIAMARMI" / "LO SCHIAFFO DEL PARTITO PER SALVARE ACCORDI DI POTERE"

roberto Bartoli (Luca Castellani/Fotocastellani)

roberto Bartoli (Luca Castellani/Fotocastellani)

Pistoia, 17 aprile 2015 - «Io alla gogna mediatica non ci sto e mi difendo da un attacco violentissimo e sleale alla mia persona». Così Roberto Bartoli, membro dell'assemblea nazionale del Pd, a seguito della polemica relativa all'esclusione dalla lista dei candidati Pd per le regionali nella provincia dei Pistoia di Simona Laing. «Ho trascorso tutta la mia vita a combattere per legalità e rispetto - prosegue - figuriamoci se voglio farmi infangare da una vicenda come questa. Ho ascoltato più volte la telefonata e solo una cosa risulta chiara: si è voluto montare il nulla più assoluto».

«Mi sono state attribuite frasi che non ho mai pronunciato: 'se ti candidi ti ricopriamo di m....'  non l'ho mai detta: che almeno la pubblicazione della registrazione serva a qualcosa. La frase è, e non ho paura di riportarla: 'guarda Laing che se tu cominci a tirar m. non sai quanta m. ti arriva addosso'. Quindi nessuna minaccia, nessuna offesa, nessun stile mafioso, nessuna intimidazione, nemmeno politica». Bartoli aggiunge che «la direzione provinciale ha escluso Laing con il 97%. A me pare inverosimile non solo che ci si sia voluti candidare con il 3%, ma anche che una volta esclusi dal 97% si sia fatto tutto questo trambusto». «Certo che c'è stato un accordo politico tra tutte le aree - rileva ancora Bartoli -: e dove sta lo scandalo? È autentica follia gridare all'immoralità per un accordo. È esattamente ciò che un partito richiede».