Martedì 16 Aprile 2024

Extracomunitari in ospedale, tre ipotesi per dimetterli

Al lavoro un tavolo tecnico. Daniele Mannelli: "Non vanno abbandonati"

Pistoia: l'ospedale del Ceppo (Foto Castellani)

Pistoia: l'ospedale del Ceppo (Foto Castellani)

Pistoia, 31 gennaio 2015 - Permessi temporanei di soggiorno per cure urgenti, rimpatrio assistito o status di rifugiato. Sono queste le ipotesi su cui lavoreranno gli enti preposti a farlo per riuscire finalmente a dimettere i due pazienti extracomunitari, soli al mondo, ricoverati da quasi un anno in due ospedali dell’Asl 3: il San Jacopo e il Piot di San Marcello Pistoiese. Si tratta, lo ricordiamo, di un nigeriano che si trova a vivere nel reparto di malattie infettive di Pistoia e di un marocchino di 50 anni che occupa un posto letto nell’unità di medicina della montagna. Le possibili soluzioni sono state discusse ieri mattina al tavolo convocato urgentemente da Daniele Mannelli della Società della salute. Un passo fondamentale per riuscire a dimettere i pazienti. Il percorso sarebbe dovuto partire già molto tempo fa ma le decine di lettere e richieste d’aiuto dell’Asl 3 non hanno mai trovato, almeno fino ad oggi, una risposta concreta. Al tavolo di ieri hanno partecipato il coordinatore della rete ospedaliera provinciale, il direttore dell’ospedale di Pistoia, la responsabile del Piot di San Marcello, i rappresentanti delle amministrazioni locali, la responsabile del centro antidiscriminazione della Provincia di Pistoia, il dirigente del servizio immigrazione della Prefettura e un rappresentante dell’associazione Caritas.

"Si trattava di verificare le possibili strade da percorrere per consentire ai due pazienti di continuare ad avere un’assistenza medica una volta usciti dai presidi ospedalieri – spiega Mannelli –. Sono persone seppur dimissibili dall’ospedale che comunque presentano patologie croniche da tenere sotto controllo. Pensiamo che possa esserci spazio per ottenere un permesso di soggiorno per cure urgenti – aggiunge Mannelli – per uno di loro, una volta accertata esattamente la zona di provenienza, potrebbe esserci la possibilità di acquisire lo status di rifugiato. Non escludiamo neanche il rimpatrio assistito".

Gli enti che hanno partecipato all’incontro si sono lasciati con l’obiettivo di riaggiornare la situazione nel più breve tempo possibile. Intanto l’Asl 3 consegnerà alla questura tutta la documentazione sui due pazienti. Una volta «identificate» le situazioni si andrà a percorrere una delle strade ipotizzate.

"Cercheremo di risolvere la situazione in breve tempo- conclude Mannelli - rispettando comunque le condizioni dei due pazienti e la loro dignità. Non possono essere lasciati in strada".

Michela Monti