Giovedì 25 Aprile 2024

Taglio degli alberi in piazza della Resistenza. «Una scelta che pagheremo»

L'Ordine degli architetti contro la decisione

Operazione di bonifica alberi in piazza della Resistenza (FotoCastellani))

Operazione di bonifica alberi in piazza della Resistenza (FotoCastellani))

17 dicembre 2014 - "Un esempio di cultura dell’emergenza, che paghiamo a caro prezzo". Non accenna a diminuire la polemica per il taglio dei vecchi pini in piazza della Resistenza voluto dal Comune dopo la caduta di alcuni grossi rami, la scorsa estate. Stavolta, a intervenire, è l’Ordine provinciale degli architetti, pianificatori e paesaggisti della provincia. Non si usano mezzi termini: "Non è soltanto un problema di disponibilità economica ma di stretegia e buona gestione di un patrimonio che per sua natura è vivo e necessita di cure e costanti attenzioni –spiegano gli architetti – . Infatti, come tutti gli esseri viventi, gli alberi, hanno un proprio ciclo vitale, dalla nascita fino alla morte. L’intervento ha così, purtroppo, assunto dimensioni ampie, tali da stravolgere la struttura stessa del giardino".

Negli ultimi mesi le voci di protesta erano già state tante, dagli agronomi, agli ambientalisti a parte della minoranza in Consiglio comunale. Lamentele erano giunte anche da singoli cittadini che male digeriscono, ogni giorno, la visione dei tronchi dei pini segati dagli addetti del Comune. La scelta è sembrata ancora più incomprensibile dopo che è stata rivelata l’esistenza della segnalazione di un agronomo dell’ente sulle cattive condizioni di salute degli alberi: la giunta non ha deciso i tagli che molti mesi dopo, e soltanto dopo le cadute che avevano messo in pericolo i frequentatori del parco.

Gli architetti non toccano questo aspetto della vicenda ma dicono la loro con fermezza guadando al futuro. "Il nuovo progetto – affermano – per quello che ci è stato consentito di vedere, non sembra che abbia tenuto in debita considerazione i caratteri del luogo in cui si inserisce. Inoltre non appare rispettoso della tradizione e della storia del giardino italiano. Ciò – specificano – in merito alla struttura delle mase vegetali, ai rapporti di ombra e luce, al trattamento dei boardi, ai caratteri scenografici e visuali e, non ultimo, a una equilibrata introduzione del colore nel giardino». Come altri, gli architetti lamentano allora la mancanza di un piano o un regolamento del verde nella città che vanta proprio un primato in questo senso. «Chiediamo all’amministrazione comunale una politica che esca dall’emergenza a favore di una che privilegi la conoscenza, gli interventi progettuali e manutentivi, capace di assicurare – concludono – l’efficienza ed espandere il sistema del verde della città".