Sabato 20 Aprile 2024

Pentito dopo lo scippo si consegnò ai carabinieri: non aveva i soldi per pagare gli alimenti ai figli

Condannato un giovane padre disoccupato

Un’immagine d’archivio (Foto Castellani)

Un’immagine d’archivio (Foto Castellani)

Pistoia, 23 novembre 2014 - DISOCCUPATO, separato, padre di due bambini, senza soldi per pagare gli assegni e già processato una volta per questo, ha tentato la rapina. Non c’è riuscito. E’ scappato, ma poi si è consegnato ai carabinieri nonostante che, di fatto, l’avesse fatta franca, dileguandosi nel buio. E’ stato condannato in questi giorni a due anni e venti giorni di reclusione per rapina impropria. Mai come in questi tempi le aule giudiziarie sono attraversate dai drammi personali che degenerano in reati. L’episodio risale a due anni fa e non ebbe risalto sulle cronache cittadine. Il giovane, oggi quarantenne, era reduce da un procedimento per il mancato pagamento degli assegni dopo la separazione dalla moglie. «Temeva un nuovo processo – ci ha spiegato il suo difensore, l’avvocato Fausto Malucchi –, e tentò la sorte scippando un’anziana.».

LA DONNA, che aveva all’epoca 73 anni, stava rientrando a casa, in città, con le borse della spesa. Stava aprendo la porta quando l’uomo le prese la borsetta, mirando al portafogli. L’anziana, in seguito allo strattonamento, cadde a terra e riportò alcune contusioni, fra cui a una spalla, e al pronto soccorso il referto fu di sette giorni. Lo scippatore scappò, immediatamente inseguito da un giovane albanese. Il quarantenne desistette subito, lascò cadere la borsetta della vittima, che il ragazzo albanese le riconsegnò, e continuò a correre a perdifiato, perdendo anche il cellulare dalla tasca. Una volta a casa però si mise in contatto con un maresciallo dei carabinieri in servizio alla Stazione di Pistoia, che conosceva. «Ho sbagliato maresciallo – gli confessò –, ma ero terrorizzato perchè non avevo i soldi per pagare l’assegno di mantenimento per i miei figli che dopo la separazione vivono con la madre e lei aveva minacciato di denunciarmi». Le indagini, nonostante la confessione, ci furono comunque per accertare che il racconto del giovane fosse coerente. Tutto tornava, fu anche ritrovato il telefonino che aveva perso correndo. Quindi fu chiesto il rinvio a giudizio per rapina impropria e lesioni. Il processo si è concluso pochi giorni fa con rito abbreviato davanti al giudice per le udienze preliminari Alessandro Buzzegoli. La signora non si era costituita parte civile.

IL GIUDICE ha accolto la richiesta del pubblico ministero e ha condannato l’uomo a due anni e venti giorni di reclusione, concedendo le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, fra queste c’era l’anzianità della vittima.

«E’ UNA STORIA particolare – ha commentato l’avvocato Fausto Malucchi –. Il reato c’è ed è stato giustamente condannato. Ma si deve tenere conto che poteva dileguarsi e invece si è presentato alle istituzioni spontaneamente e senza strategia difensiva. Ha dimostrato pentimento vero. Aveva il problema degli alimenti da pagare, disoccupato e con due figli piccoli. Era senza soldi. Faremo l’appello, che inciderà soltanto sotto il profilo della sanzione».