'Non vendete il marchio Balducci'

Il consigliere regionale Niccolai (Pd) sull'ipotesi di cessione ai cinesi: 'Ci sono altri imprenditori interessati, si può salvare tutto'

La rabbia dei lavoratori a Firenze per la Balducci

La rabbia dei lavoratori a Firenze per la Balducci

Pistoia, 25 aprile 2016 - «Sono molto preoccupato per le indiscrezioni sulla possibile vendita del solo marchio Balducci. Se la proprietà confermasse tale indiscrezione o comunque andasse in questa direzione, si assumerebbe la responsabilità di disperdere il valore delle professionalità presenti in azienda da decine di anni e di impedire che il tessuto produttivo e occupazionale possa avere una nuova chance di futuro». Marco Niccolai, consigliere regionale Pd componente della commissione attività produttive, chiede che lo storico marchio di scarpe non sia venduto separatamente dallo stabilimento, come invece sembra che possa avvenire a breve. «Una mossa del genere renderebbe del tutto inutile il lavoro che la Regione e le istituzioni locali stanno facendo sin dai giorni successivi all’apertura della crisi per trovare una strada che, tramite l’individuazione di nuovi acquirenti, non azzeri la capacità produttiva dello stabilimento, sforzi a cui l’attuale proprietà sta partecipando in modo attivo ed in prima persona e che dunque conosce bene», continua Niccolai che conferma la presenza «di manifestazioni di interesse per l’acquisizione del marchio e dello stabilimento».

Manifestazioni di interesse che «vanno approndite rapidamente» ma senza vendere prima il marchio, altrimenti, aggiunge il consigliere, «significherebbe mettere la parola fine su ogni tipo di possibile trattativa». Niccolai ricorda che «è in gioco il futuro di decine di persone e di un pezzo di industria del nostro territorio» e per questo chiede che «la proprietà voglia favorire, assieme alle istituzioni, percorsi che salvaguardino la capacità produttiva e l’occupazione». Dopo l’apertura della crisi il consigliere regionale per il lavoro Gianfranco Simoncini aveva organizzato un tavolo di concertazione per trovare nuovi possibili acquirenti dell’intera azienda. La scelta fin dall’inizio è stata legata alla volontà di vendere lo storico calzaturificio comprendendo anche la parte produttiva, al fine di mantenere il posto di lavoro alle 45 persone mandate in mobilità dalla Balducci nei giorni immediatamente antecedenti alla scorsa Pasqua.

Secondo indiscrezioni sembra invece che la famiglia titolare del calzaturificio preferisca concludere velocemente con la Asso spa di Fermo nelle Marche, la società che commercializza prodotti cinesi, per la cessione del marchio, valutato ufficialmente intorno ai 2 milioni di euro. Se la vendita dovesse andare a buon fine nei prossimi giorni, non ci sarebbe più speranza per i dipendenti ai quali non rimarrebbe altro che la mobilità.