Strage di Nizza: "Sangue e gente terrorizzata. Costretti a camminare tra i cadaveri"

Imprenditore originario di Pistoia racconta la tragedia di Nizza e i giorni seguenti

Strage di Nizza

Strage di Nizza

Pistoia, 21 luglio 2016 - «Un ricordo tremendo, che rimarrà impresso nella nostra memoria per sempre». Ha guardato con il cuore in gola, attimo dopo attimo, le immagini della «sua» Nizza, a distanza, in televisione, perchè quel giorno terribile era in villeggiatura a 70 chilometri dal luogo della strage. Ma la scia del sangue degli innocenti ha raggiunto anche lui, la sua famiglia, il figlio che si trovava a pochi metri dalla Promenade des Anglais. Franco Venturini, 76 anni, originario di Pistoia, dal 1968 vive a Nizza dove, fino al 2012 ha gestito un’impresa edile. La sera della strage stava passando ore tranquille insieme alla moglie nizzarda in un villaggio del Var, a Seillans, e accesa la televisione, subito il suo pensiero è corso ai suoi cari. «MIO FIGLIO e la sua compagna – racconta – erano a un ristorante sulla spiaggia, a un centinaio di metri dal punto dove il camion è stato bloccato, e hanno assistito allo ‘sbandamento’ delle persone che fuggivano. Visto quello che stava accadendo, realizzato di trovarsi di fronte a qualcosa di terribile, mio figlio e la sua compagna hanno trovato rifugio all’interno del ristorante dove avevano cenato, insieme a una miriade di persone terrorizzate».

Chi si trovava nella zona della strage è stato obbligato dalla polizia a restare in luoghi chiusi, ricevendo l’autorizzazione a uscire soltanto intorno alle tre del mattino. «Hanno dovuto camminare fra i cadaveri ancora sul suolo, rimossi soltanto il giorno dopo», racconta Venturini ancora profondamente scosso. L’indomani sono state decine le telefonate di amici e parenti, anche da Pistoia, ansiose di ricevere notizie rassicuranti sulla famiglia Venturini. «Abbiamo passato la giornata a rispondere a tutti», dice ancora l’ex imprenditore edile in pensione.

Difficile dire, oggi, se le autorità francesi avrebbero potuto fare qualcosa per evitare il massacro. «Dopo un campionato europeo di calcio senza incidenti, la sorveglianza si era un po’ allentata. Hanno rimproverato il sindaco di Nizza per avere mantenuto i fuochi d’artificio sulla Promenade, ma dopo i fatti – ribatte Venturini – criticare è facile. Purtroppo la sicurezza assoluta non esiste. La Francia – aggiunge – è in guerra contro questi individui radicalizzati. In alcuni quartieri di Nizza è impossibile entrare, perfino la polizia ha difficoltà. Anche io e mia moglie, quando usciamo la sera, rientriamo presto a casa. Le persone non escono più da sole». Venturini non è ancora tornato a Nizza, ma il giorno del rientro si avvicina. «Verrà il momento in cui cammineremo di nuovo sulla Promenade des Anglais. E – conclude – sarà un momento molto triste. Il ricordo della strage resterà impresso nella nostra memoria per sempre».