Addio a Landini, maestro del Novecento

Oggi i funerali di uno dei più importanti artisti. Visse a lungo a Parigi, guardando a Monet

Il maestro Landini

Il maestro Landini

Pistoia, 20 aprile 2015 - Era uno di più importanti artisti italiani del Novecento. Con la sua scomparsa, Pistoia perde uno dei suoi figli più celebri che ha lasciato, con la sua inconfondibile pittura poetica, una traccia indelebile nel nostro panorama artistico. Il cuore di Lando Landini, nato a Bottegone il 7 marzo del 1925, figlio di una casalinga e del barbiere di Cantagrillo, si è fermato. L’eco della sua morte è vasta e attraversa tutti gli ambienti della cultura pistoiese e ben oltre. Una vita ricca la sua, di occasioni, di incontri, di contatti e conoscenza di altri paesi.

"Quando – scrisse Landini sui disegni di Parigi – mi trasferii a Parigi fu anche per il bisogno di entrare in contatto con i luoghi in cui era nata la pittura moderna. I paesaggi lungo la Senna mi apparivano di una leggerezza visiva, tipica per esempio di un Monet, che mi entusiasmava. In sostanza potrei anche dire questo: diffido di ogni idea astratta in riferimento all’opera d’arte. Se sono arrivato a una forma d’arte non figurativa, ciò non ha niente a che vedere con quello che comunemente viene chiamato astrattismo. Il quadro deve essere, per me, soprattutto, il puro e semplice risultato di una spontanea facoltà visionaria. E ogni tipo di speculazione deve servire a chiarire in che consiste una creazione puramente visiva. Ho disegnato molto, perchè serviva a precisare questo scopo per me essenziale".

Così Lando Landini descriveva la sua arte, la sua poetica. Era il 1951 e si era appena laureato quando si trasferì in Francia. Visse a Pigalle.

"A marzo dell’anno prossimo compirò 90 anni: questa è sicuramente una delle epoche migliori della mia vita», esordì così, un anno fa, nella sua ultima intervista al nostro giornale, Lando Landini, ultimo, autorevole esponente di respiro internazionale della Scuola pistoiese di pittura, storico e critico d’arte. Era la vigilia dell’inaugurazione della mostra sui disegni di Parigi, al museo Marino Marini, voluta dalla Brigata del Leoncino. Consegnai questi disegni – raccontò – a un albergatore, dicendogli di farne quello che voleva; più avanti provai a ricercarlo, ma non ho trovato più né l’albergatore né l’albergo". Ma i disegni non erano andati perduti.

"Ho sempre disegnato tanto – ci disse ancora – come tutti gli artisti per i quali la pittura è lenta e faticosa conquista e non un fatto puramente spontaneo. I maestri ai quali maggiormente mi riferisco sono Piero della Francesca e Cezanne, che hanno impiegato anni per farsi una loro idea di pittura. La mia carriera è stata una continua ricerca".

L’addio al maestro Landini è per questo pomeriggio alle 15 nella chiesa della Misericordia di Pistoia. Riposerà nel cimitero di Casalguidi.