Il festival secondo Ezio Menchi: "Partire dal blues ma espandersi"

Parla il musicista (per passione): "Guai a rompere con il passato" Il programma del Pistoia Blues / LE FOTO DEI CONCERTI: NEGROAMARO / MARK LANEGAN / ROBERT PLANT / BANDABARDO' / LEE SCRATCH PERRY

Il pubblico del Pistoia Blues (foto Quartieri)

Il pubblico del Pistoia Blues (foto Quartieri)

Pistoia, 13 luglio 2014 - « VIVA IL PISTOIA BLUES » . Sono parole di Ezio Menchi, ex insegnante di matematica e fisica, ex assessore comunale, grande appassionato di musica e musicista (suona la chitarra nella band pistoiese I diplomati, un gruppo di amici che si ritrova di tanto in tanto per suonare e divertirsi come in gioventù ). E’ il quarto giorno del Pistoia Blues e l’occasione è propizia per parlarne proprio con Menchi, uno che di note se ne intende eccome . «Ha cambiato molte volte pelle ma rimane un motivo di soddisfazione per Pistoia — d ic e — . E’ un’occasione di vita, di turismo, qualcosa per cui la nostra città risuona nel mondo. Ultimamente è stato anche regolamentato meglio il mercato, è meno invasivo e credo che questo faccia bene alla manifestazione e a Pistoia » .

QUELLA di quest’anno è un’edizione decisamente innovativa: otto giorni di concerti e niente bancarelle per le vie del centro ma solo in piazza San Francesco, piazza San Bartolomeo e piazza Spirito Santo. « Gli organizzatori hanno sempre retto a tutto — continua — e l’idea di differenziare la programmazione in più giorni mi sembra positiva » . Si fa un gran parlare del Pistoia Blues perché non è più legato solo alla musica blues: in tanti sposano l’idea di staccarsi dal passato, altri invece criticano la connotazione moderna e al passo con i tempi.

« IN GENERALE tutto il panorama internazionale è modificato — spiega Menchi — . Il blues come genere è una musica sorgente, una fonte a cui tutti gli altri generi si abbeverano, è sotterranea e spunta di tanto in tanto. Tutti, chi più chi meno, la toccano, dà vita agli altri generi, anche a quelli moderni, cosa che può sembrare strana. Il blues esiste anche come idioma specifico ed è bene che ci sia chi lo porta avanti , facendolo ascoltare ancora. I vecchi bluesman erano personaggi di livello ma è importante aprire gli occhi sul domani. Porte aperte alle figure nuove del blues. Il campo però va allargato altrimenti rischia di diventare un evento di nicchia. Partire dalla tradizione con i nuovi fermenti di blues , tenendo sempre presente l’attualità. Mi dispiacerebbe se venisse tolto quel filo che lega l’evento alle sorgenti del blues, ma ben vengano i nuovi interpreti » .