Tac urgente all'addome per sospetto tumore: appuntamento a Careggi solo tra un mese

Lo sfogo di Paolo Bruni, ex segretario comunale del Pd: "Non è costituzionale" di Michela Monti

Un esame medico

Un esame medico

Pistoia, 28 febbraio 2015 -  Un primario del policlinico Careggi chiede per una paziente una Tac urgente all’addome per sospetta patologia tumorale, l’ospedale fiorentino, qualche giorno dopo, chiama la famiglia per comunicare che il primo appuntamento disponibile è dopo un mese, il 24 di marzo. E ancora, un infartuato pistoiese tenta da settimane di fissare la visita di controllo al cuore all’ospedale San Jacopo ma le liste d’attesa sono perennemente chiuse. Quando alle parole non corrispondono i fatti, è proprio il caso dirlo. Il giorno dopo l’istituzione del numero verde regionale e a distanza di diversi mesi dal finanziamento erogato dalla giunta toscana alle Asl territoriali, proprio per «accorciare » i tempi delle prestazioni sanitarie pubbliche, continuano le segnalazioni di gravi disservizi.

Sulla sua pagina facebook, Paolo Bruni ex segretario comunale del Pd, ieri mattina, ha denunciato quanto accaduto a sua mamma ultraottantenne con pluripatologie in corso. «Ma se un professore, direttore di un reparto di Careggi prescrive una Tac urgente all’addome ad una donna anziana per un sospetto tumore – tuona preso dall’impeto del momento– è costituzionale che nella progressista Toscana si debba attendere un mese? Secondo me no». Bruni spiega che nonostante l’urgenza il policlinico fiorentino ha chiamato per comunicare che l’esame diagnostico poteva essere effettuato soltanto il 24 marzo. Una volta ricevuta la notizia l’unica cosa a cui ha pensato l’ex esponente del Pd è stata di rivolgersi ad un privato «non farò aspettare mia mamma tutto questo tempo». Parallelamente però Bruni si è attivato con il nuovo numero verde dedicato alle liste d’attesa istituito proprio due giorni fa dalla Regione. «Sto tentando questa strada, mi hanno risposto delle persone gentili che mi faranno sapere immagino lunedì se può esserci spazio prima di quella data».

Il post pubblico di Paolo Bruni, naturalmente, non ha lasciato indifferenti i cittadini pistoiesi che commentando la notizia hanno portato come esempio le loro tristi esperienze in questo senso. La situazione più critica l’ha denunciata un altro cittadino di Pistoia, Renzo Fagioli. «Ho provato il nuovo numero verde lamentandomi del fatto che uno che ha avuto un infarto, come me, ha necessità di sottoporsi a controlli cardiologici – scrive nella pagina facebook– ma, all’ospedale di Pistoia, dove venni curato, non è possibile nemmenoprenotare una visita. Non si tratta di attendere due, tre o più mesi, non si può prenotare. La ragazza che mi ha risposto mi ha detto, gentilmente, di rivolgermi al Cup, lo stesso ufficio che, non essendo possibile accedere per visita all’ospedale, mi manda in struttura esterna dove non mi conosce nessuno. Dimenticavo, – aggiunge Fagioli –se uno vuol farsi visitare da uno dei medici che l’ha curato c’è la libera professione, sempre gestita dal servizio sanitario». Che la cardiologia sia il reparto che fa più fatica a smaltire gli appuntamenti è già noto. Il nostro giornale lo ha scritto proprio ieri. Vuoi fare un semplice elettrocardiogramma in ospedale? Mettiti il cuore in pace, devi aspettare almeno il prossimo ottobre. Michela Monti