"La montagna non deve morire", Corona striglia Rossi e la politica

L’alpinista scrittore a LetterAppenninica chiede più finanziamenti

Mauro Corona (a destra) con Federico Pagliai. In alto il pubblico all’incontro con lo scrittore a Cutigliano

Mauro Corona (a destra) con Federico Pagliai. In alto il pubblico all’incontro con lo scrittore a Cutigliano

Pistoia, 2 agosto 2015 - Ha sfondato subito il nuovo festival «LetterAppenninica» – rassegna culturale per promuovere la conoscenza della montagna e delle sue genti come «luogo del buon vivere» – , complice la presenza di nomi di sicura attrattiva come Mauro Corona che ha fatto il pieno venerdì a Cutigliano. Lui, tra i più apprezzati scrittori di montagna, ha lasciato temporaneamente le Alpi per gli Appennini rispondendo sì alla chiamata del suo amico e scrittore di montagna, Federico Pagliai, padre dell’idea della rassegna e nostro collaboratore.

Una rassegna che è costata pochissimo – meno di tremila euro venuti dagli sponsor – e che ha compiuto il non scarsamente significativo miracolo di aver visto compattarsi per una volta tutti i Comuni della Montagna, dopo i tanti dissapori e le divisioni che hanno stoppato una possibile unione amministrativa.

UNITÀ d’intenti, dunque, in nome del bene comune, del bene della Montagna pistoiese, ancora oggi una grande ammalata in cerca di amore. Per lei, il poeta alpinista, ha gridato il suo appello alle istituzioni: «Occorre dare voce ai montanari che vivono qui e conoscono il proprio territorio, solo loro possono davvero indicare la strada – ha detto Mauro Corona aprendo la rassegna a Cutiglilano e segnando il tutto esaurito –. Bisogna reagire, con civiltà si intende, ma si devono attivare

dei percorsi, anche in collaborazione con le scuole, per far sì che siano mantenute origini e tradizioni». Un appello, in sostanza, alle istituzioni e ai politici perché accolgano e ascoltino la gente del posto, e i loro bisogni. Una richiesta di ascolto e di attenzione che lo scrittore aveva lanciato già su La Repubblica, strigliando la Regione: «Intorno ai festival letterari – ha dichiarato al quotidiano – nasce un indotto commerciale e turistico importante. Peccato che i finanziamenti pubblici scarseggino. Voglio bacchettare Enrico Rossi». E, sui contributi (scarsi) della Regione: «Meno della metà della metà della metà di quanto Rossi avesse promesso. Questo non va bene. Rossi svegliati, investi sulla montagna toscana. Altrimenti quando ti guarderai allo specchio rimarrai male. Si vive di libri, di cultura, di storia e di memoria. Ma i politici se ne fregano, perché dalla montagna arrivano pochi voti. La montagna è un forziere da riaprire».

L’ECO dell’appello di Corona risuonerà certamente ancora oggi sulla Montagna dove è atteso il neopresidente del Consiglio regionale Eugenio Giani. Il politico parteciperà all’incontro delle 16.30, nella piazzadi Spignana, con la scrittrice Laura Lotti. Investire è la parola d’ordine che riecheggia sulla Montagna pistoiese. Al punto che gli organizzatori di Letterappenninica hanno scelto di puntare sulle nuove generazioni promuovendo la memoria e la cultura. Dalle 18.30 nel parco giochi di Pontepetri prenderanno il via i primi laboratori per bambini curati da due scrittrici per l’infanzia. Francesca Petrucci («Mia story: dall’abbandono all’amore»ed. Mds) e Tiziana Morrone («Pomodoro. La rana che non sapeva saltare» ed. Mds) presenteranno i loro libri e il laboratorio «Prima regola: mantenersi curiosi». Come a creare un’àncora per mantenere in vita la Montagna ed evitare il suo spopolamento.