L’architetto fa il liutaio: la scommessa di Gargini

Corsi, stage a New York e poi, dal 2008, un laboratorio di creazione restauro

Pietro gargini, l'architetto - liutaio

Pietro gargini, l'architetto - liutaio

Pistoia, 26 agosto 2015 - UNA LAUREA in architettura, studi musicali di stampo dilettantistico e una grande passione per il lavoro manuale e per la musica. Quello di Pietro Gargini, 35 anni, è un mestiere raro, prezioso e al giorno d’oggi, professionalmente rischioso: quello del liutaio, un’arte che richiede perizia e pazienza, orecchio e intuito. «Prima ancora di essere un mestiere, questa per me è una grande passione nata in piena adolescenza – racconta Pietro –. Una mattina, alla scuola media, la professoressa di musica, Arlena Stringo, tenne una lezione sulla liuteria italiana. Da allora, costruire un violino è diventato un chiodo fisso. A 12 anni ho visitato la bottega di Guido Maraviglia a Pontelungo, poi ho frequentato quelle di Mauro Scartabelli e del dentista-liutaio Gabriele Natali, suo allievo. Ma ancora non bastava: ho cominciato ad esplorare le liuterie del Nord Italia: Torino, Cremona, Biella, seguendo vari corsi di specializzazione. Durante uno di questi ho conosciuto Carlos Arcieri, liutaio di madre colombiana e padre italiano. Così mi sono trasferito per sei mesi a New York per imparare da lui i segreti del mestiere». Dopo gli anni di apprendistato, Pietro, nel 2008, è riuscito ad aprire un laboratorio tutto suo in via Bracciolini e dal gennaio scorso si è trasferito nei nuovi locali di via Ventura Vitoni 23. «Non è semplice, al giorno d’oggi – confessa - ricavare un mensile da un mestiere come questo, specialmente con la legislazione vigente in Italia. Nella mia bottega lavoro da solo: costruisco gli strumenti del quartetto classico ed eseguo interventi di restauro anche su altre tipologie strumentali. Il lavoro non manca ma non mi posso permettere di assumere dipendenti né di accogliere apprendisti, che pure collaborerebbero volentieri anche gratis». Abete rosso delle nostre Alpi e acero dell’Est Europa: i legnami, prodotti da ditte specializzate, vengono selezionati con occhio esperto dal liutaio, che provvede pazientemente a comporre e assemblare le varie parti dello strumento. Pietro ci svela i segreti del mestiere: «La vernice va preparata accuratamente e serve a proteggere lo strumento finito, che già vibra ed ha un suo timbro. Deve essere elastica ma non troppo, e va distribuita nella giusta quantità». Tra i clienti di Pietro figurano anche nomi illustri: il più noto è quello di Simone Gramaglia, violista del quartetto di Cremona. «Il nostro è un lavoro d’élite – conclude Pietro – e anche il mercato è esclusivo. Per crearsi una clientela non basta avere le opportune conoscenze nel settore musicale, bisogna anche frequentare con assiduità le grandi fiere internazionali».