Schianto sulla Porrettana, muore centauro

Michele Busi, 42 anni, di Pisa, non ce l’ha fatta. "Una strada piena di ostacoli killer"

Michele Busi

Michele Busi

Pistoia, 30 settembre 2014 - UN’ALTRA VITTIMA della Porrettana. Non ce l’ha fatta Michele Busi, motociclista pisano 42enne che sabato mattina, poco dopo le 9, si è schiantato con la sua Yamaha contro un muretto di cemento della Statale che collega Pistoia a Bologna. L’uomo è morto domenica notte nell’ospedale fiorentino di Careggi, dove era stato ricoverato in seguito alle gravissime ferite riportate nell’impatto. Michele Busi, perito informatico residente a Cascina (Pisa), nella frazione di Casciavola, era sposato con Susanna Chiavacci e padre di un bambino, Stefano, che domani compirà 6 anni. I familiari hanno autorizzato l’espianto degli organi. Sulla dinamica dell’incidente e sul perché il motociclista abbia perso il controllo della sua Yamaha sono in corso indagini da parte dei carabinieri della Compagnia di San Marcello Pistoiese.

Quello che è certo, e che il gruppo di motociclisti con cui si trovava Busi ha visto, è che il centauro, dopo essere scivolato nell’affrontare una curva, nel tratto compreso tra Corniolo e Bellavalle, è finito, con devastante violenza, contro un vecchio muretto di cemento. Muretto maledetto: sulla Porrettana rappresenta, per larghi tratti, una sorta di guard-rail e in passato è stato più volte al centro di polemiche per la sua pericolosità. Invano.

«SONO ANNI che ci battiamo perché siano investite risorse per apportare modifiche sulle strade più pericolose — spiega Lorenzo Borselli, responsabile della comunicazione di Asaps (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) —. Ciò su cui non si riflette è che una cosa è la causa dell’incidente e un’altra la causa di morte. La velocità, la distrazione e l’imprudenza sono spesso cause di incidente ma a determinare la morte o la perdita di arti dei centauri sono, il più delle colte, le barriere vetuste e inadeguate di cui sono dotate ancora molte delle nostre strade. E la Porrettana è una di queste. Se la barriera è di cemento potrà contenere l’urto di un mezzo come un’auto o un camion ma, se a finirci contro è un corpo nudo, la conseguenza è devastante, e la ragione è intuitiva. In paesi come la Francia, gli Usa e persino la Cina, esistono barriere adeguate, cioè capaci di contenere l’urto, limitarne le conseguenze e mantenere l’evento in condizioni tali da impedire la perdita di vite. Per esempio ci sono guard-rail a quadrupla onda, con un fondo di lame in gomma, capace di contenere l’impatto senza costituire pericolo per i motociclisti. Eppure i dati in Italia sono allarmanti e pochi i soldi investiti per limitare i danni. Dal 2005 ad oggi — spiega ancora Borselli — l’Anas ha eseguito lavori per 850mila euro, anche se erano stati programmati interventi per 4 milioni. Si spendono spiccioli, quando ogni giovane vita persa in un incidente costa allo Stato circa un milione e mezzo, tra spese sanitarie e mancata produttività».

«LA PORRETTANA — spiega il comandante della Polizia stradale di Pistoia, Rita Palladino — è monitorata da anni: noi facciamo continui servizi di vigilanza. Il problema è un altro: nella stragrande maggioranza dei casi è il mancato rispetto delle norme di sicurezza la prima causa di morte. Velocità, sorpassi incontrollati, una mancata precedenza: sono quasi sempre condotte errate a determinare i sinistri».