Guardia medica pediatrica: mille firme per la petizione pistoiese

La famiglia che l'ha lanciata online: 'Basta caos all'ospedale per i genitori'

Elena Pagli e Alessandro Parenti (Foto Luca Castellani)

Elena Pagli e Alessandro Parenti (Foto Luca Castellani)

Pistoia, 29 febbraio 2016 - Una madre e un padre con due figli piccoli. Elena Pagli e Alessio Parenti, semplici genitori. Sono loro che hanno preso in mano un computer per dare il via alla petizione su Change.org, che chiede all’azienda sanitaria locale di istituire nel territorio provinciale il servizio di guardia medica pediatrica. Una richiesta che sta riscuotendo grande consenso, tanto che sono stati quasi mille i pistoiesi che l’hanno già sottoscritta in pochi giorni, da quando la battaglia è stata lanciata sulla piattaforma online. Una decisione presa non a caso, quella di questa famiglia. Loro stessi, infatti, hanno avuto necessità di un pediatra durante il weekend. Non solo: decine di altri conoscenti, amici della famiglia Parenti, hanno affrontato la fila in ospedale di domenica mattina solo per farsi prescrivere un antibiotico.

«Credo che tutti quelli che hanno figli sanno che durante i giorni festivi andare all’ospedale per un malanno improvviso è davvero caotico – spiegano Elena e Alessio –. Per questo ci stiamo battendo per questa causa. Credo che sia opportuna un’assistenza medica adeguata anche per i bambini». L’obiettivo è quello di raggiungere un numero abbastanza elevato di adesioni per poi rivolgersi alle istituzioni locali con tutte le firme raccolte, in modo da far pesare la volontà della gente. «In Italia ci sono esempi concreti di guardie mediche pediatriche – raccontano –. Ci siamo documentati molto prima di attivare la petizione. Esiste a Roma e Milano. A Ravenna abbiamo preso contatto con un’altra famiglia che ha attivato la stessa petizione on line ed ora è riuscita ad ottenere il consenso del sindaco della città e la promessa dell’azienda sanitaria di attivare un servizio del genere dedicato ai bambini».

«Ci sono tanti modi diversi per poterlo fare – continua Alessio Parenti – A Venezia, ad esempio, il medico di guardia che si trova davanti un bambino ha la possibilità di contattare un pediatra di turno ed insieme decidere se visitarlo a domicilio o mandarlo in ospedale».

«La nostra non è una polemica contro l’Asl – sottolineano i genitori – E’ un modo, un contributo, per migliorare l’assistenza sanitaria territoriale dedicata all’infanzia. In pediatria, all’ospedale, devono potersi occupare soltanto delle urgenze vere e fare una scrematura dei vari casi esternamente sarebbe di sollievo per tutti».