Giostra dell'Orso, parlano gli indagati: "Siamo increduli, ma sereni"

Parlano i sei raggiunti dagli 'avvisi' della procura: "Abbiamo fatto tutto secondo le regole" / GIOSTRA DELL'ORSO, LA MORTE DI DUE CAVALLI: ECCO I NOMI DEGLI INDAGATI / DRAMMATICI INFORTUNI, CAVALLI KO / LE IMMAGINI DELLE CADUTE / I PRESIDENTI: GIUSTO PARLARE DI NUOVE REGOLE

Infortunio alla Giostra dell'orso (Fotocastellani)

Infortunio alla Giostra dell'orso (Fotocastellani)

Pistoia, 30 luglio 2014 - SGOMENTO, ma soprattutto incredulità. Sono questi i sentimenti che animano le sei persone raggiunte da avviso di garanzia. Sgomento perchè vedere il proprio nome affiancato ad un reato come il maltrattamento di un animale è qualcosa che lascia amareggiati visto quanto i rioni fanno per la salute e il benessere dei cavalli. Incredulità perchè nessuno si capacita del motivo per cui è stato indagato. «L’avviso di garanzia è un atto dovuto da parte della procura — dice Marco Gasperini presidente del Grifone — e lo accetto per tale. Ho la consapevolezza che al cavallo, da quando lo abbiamo preso in custodia, sono stati fatti tutti gli esami del caso ed è stato curato secondo le regole».  «E’ LA PROCEDURA di prassi — ammette Alessandro Ieri, presidente del Drago — Da una parte siamo tranquilli perchè sappiamo come abbiamo curato i nostri cavalli, dall’altra c’è il dispiacere per quello che è successo. Capisco che in questo momento siamo nell’occhio del ciclone, ma meritiamo comunque rispetto». «La pratica è in mano al mio legale — dice Claudio Bartoletti, responsabile Giostra del Grifone — e l’iter farà la sua strada. Personalmente è come si mi fosse caduto il mondo addosso, come diciamo a Pistoia, becchi e bastonati». «Sinceramente non capisco tutta la situazione— ammette Luca Francesconi, responsabile Giostra del Drago — i cavalli hanno passato le visite e dichiarati idonei, mi sento tirato dentro ad una storia senza saperne il motivo». «Vedere il mio nome accostato ad un reato come quello di maltrattamento mi fa male — dice Giacomo Cresci, cavaliere del Grifone — preferivo morire io. Sono incredulo, trattiamo i cavalli con la massima cura e li mandiamo usando la testa, non ho mai maltratto in cavallo in vita mia ed è brutto sentirsi dare dell’assassino».  «ABBIAMO corsa la Giostra secondo regolamento — afferma Alessio Spinicci, cavaliere del Drago — quello che è stato scritto e approvato da tutti. Ci sono state commissioni che hanno valutato i cavalli e la pista ritenendo che tutto fosse idoneo. Faccio il fantino e so a cosa vado incontro sia io che il cavallo e per questo prendo tutte le misure possibile per evitare incidenti e non ho mai maltrattato un cavallo per farlo correre più veloce». 

La drammatica Giostra di venerdì sera