Culla allo zoo, il gibbone nasce prematuro: un’incubatrice per salvarlo

L’apparecchio del vecchio Ceppo prestato per il piccolo "Sinh" / GUARDA LE FOTO

Sinh il piccolo di gibbone nato da una settimana allo Zoo di Pistoia (foto Acerboni/Fotocastellani)

Sinh il piccolo di gibbone nato da una settimana allo Zoo di Pistoia (foto Acerboni/Fotocastellani)

Pistoia, 19 agosto 2014 - IL PARTO è avvenuto qualche settimana prima dei sette mesi naturali, ma le cure immediate dello staff dello zoo e del personale Asl, hanno strappato il piccolo gibbone delle guance rosa, alla sorte peggiore. Sinh — «nascita» in vietnamita, la lingua del Paese da dove la sua specie ha origine — adesso dorme e beve latte in polvere in un’incubatrice collocata nello spazio inaccessibile ai visitatori, in contatto continuo con mamma Trilli e babbo Lii, sempre vigilissimi. E’ circondato da pupazzi di peluche, a ricreare l’abbraccio materno in attesa di quello autentico che non dovrebbe tardare ad arrivare, e dai 315 grammi del giorno della nascita ha già cresciuto di peso. Venuto al mondo quasi completamente privo di peli, adesso Sinh sta già diventando un bel biondino, come tutti i piccoli di questa specie. Fra un anno cambierà il colore del pelo in nero e così resterà per il resto della vita. Solo le femmine, infatti, a 4 anni tornano a essere bionde.

LA SPECIE dei gibboni dalle guance rosa è ormai molto rara in natura: si contano infatti poco più di qualche centinaio di individui nelle foreste del Vietnam, Cambogia e Laos. «Proprio perché così minacciata di estinzione — si spiega dallo zoo, dove tutti sono eccitati per l’ultimo fiocco azzurro — è stato attivato un programma internazionale di allevamento nei giardini zoologici. Mamma Trilli, 7 anni nata allo zoo di Agrate Conturbia, era al suo primo parto, e non è stata pronta a prendersi cura del piccolo nato prematuro. Così lo staff di medici veterinari, biologi e keeper dello zoo si sono organizzati per l’allevamento a mano». La scimmietta aveva però aveva bisogno di un supporto speciale che è arrivato dall’ospedale cittadino: un’incubatrice dismessa del vecchio Ceppo, che funziona come una culla protetta per i primi giorni di vita, mantenendo una temperatura fra i 30 e i 34 gradi e un’umidità intorno al 70%.

«LA CULLA — spiega Francesca Bandoli, assistente-curatore del giardino zoologico — è sistemata nel reparto interno dei gibboni in modo che i genitori possano vedere Sinh così da mantenere il legame familiare e permettere al piccolo di tornare con loro quando sarà un po’ più grandicello». Guardando il figlio soltanto da dietro i vetri dell’incubatrice, i genitori sembrano calmi. «Vocalizzano» con il piccolo che risponde a tono.