Alla stazione crescono i pendolari della droga

La denuncia arriva da Prato:" Comprano qui e poi la consumano a Pistoia". Dibattito infuocato al circolo Garibaldi

Il dibattito al circolo Garibaldi (Foto Castellani)

Il dibattito al circolo Garibaldi (Foto Castellani)

Pistoia, 30 aprile 2016 - «In 24 anni di attività non mi era mai capitato di trovare nell’area intorno alla stazione, sistematicamente, siringhe usate o resti del consumo di droga». L’allarme lo ha lanciato Paolo Dallai, responsabile del museo «Rotabili storici» delle Ferrovie. Al microfono, giovedì sera, durante l’incontro organizzato dal circolo del Pd Pistoia centro, incentrato proprio sulle problematiche della stazione di Pistoia, davanti a istituzioni, politici e cittadini, Dallai ha spiegato come la stazione stia diventando lentamente una realtà molto più pericolosa di quello che viene percepito dal resto della città.

A dare man forte alle dichiarazioni di Dallai c’è stato anche l’intervento di Gabriele Alberti, consigliere comunale di Prato e a capo della commissione istituita dall’amministrazione per risovere le criticità presenti alla stazione del Serraglio dove, da anni, giovani e meno giovani si danno al consumo di droga, notte o giorno non fa differenza. Secondo i dati emersi dagli operatori di strada che stanno lavorando nell’area pratese, ora la droga viene acquistata a Prato ma i giovani, forse per i maggiori controlli presenti al Serraglio, prendono il treno e vengono a drogarsi alla stazione di Pistoia.

«Veri e propri pendolari della droga che gravitano tra Firenze e Lucca – ha detto Alberti – Per questo fondamentale è attivare una collaborazione, una rete di istituzioni. Non importa quale sia l’area interessata. Sui binari il problema è di tutti». Il fenomeno secondo la commissione pratese è sempre in crescita: «Ci hanno portato numeri importanti - ha detto Alberti –che crescono di giorno in giorno e che riguardano proprio Pistoia». Non è mancato durante l’incontro, un acceso confronto tra il funzionario delle Ferrovie e Giovanni Renzi dell’associazione «Un raggio di speranza in stazione» dopo lo scambio di opinioni sulla presenza serale dei clochards ai quali i volontari offrono un pasto caldo .

«Non dico che tutti quelli che vengono a mangiare da voi non abbiano bisogno di accoglienza – ha sottolineato Dallai –. Ce ne sono altri però che, appena il furgoncino dell’associazione se ne va, continuano a sostare nell’area, sporcando e facendo i loro bisogni». Perentoria la risposta di Renzi: «Il nostro scopo non è mai stato quello del pasto – ha tuonato –Cerchiamo di togliere queste persone dalla strada, di riabilitarle.Non è il ritrovo del Pistoia blues il nostro. Non siamo delle forze di polizia, non possiamo identificare tutti. Se le istituzioni fossero più presenti magari il nostro lavoro sarebbe più facile. Quando chiamiamo la municipale per problemi che riguardano il nostro posto auto riservato, sapete cosa ci rispondono puntualmente? Che non c’è personale, che non possono intervenire. E allora, davanti a queste risposte, siamo davvero noi il problema? Quando andiamo a chiedere permessi in Comune ci trattano con indifferenza, ecco la risposta della città».

Sul punto anche Marcello Suppressa della Caritas ha espresso la propria opinione: «E’ ora che il personale dei servizi sociali, del Sert e altri enti escano dagli uffici – ha spiegato ai presenti – Servono operatori di strada, non possiamo aspettare che le persone arrivino da sole. Davanti a questa emergenza, la solitudine è il nemico principale conctro cui dobbiamo lottare». Non è mancata una richiesta alla messa in sicurezza dell’area ex Martinelli:«Ho assistito personalmente qualche anno fa alla morte di una ragazza in auto a causa di un incendio nell’area vicino alla stazione – ha detto Dallai –. Vogliamo aspettare che accada qualcosa a tutti quelli che dormono in quella fabbrica abbandonata? Chi può deve in tutti i modi obbligare la proprietà a chiudere gli edifici ed impedire gli ingressi».