Preghiere musulmane in chiesa: il vescovo dice no e scrive ai preti

Vicofaro, don Biancalani va avanti: «Qui ci sono spazi adeguati»

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Pistoia, 20 marzo 2016 - I fedeli che s’interrogano, il vescovo che usa WhatsApp per chiarire la «posizione ufficiale» della diocesi, il protagonista che, da una parte, «precisa» il senso delle sue dichiarazioni e che dall’altra ribadisce il principio: una chiesa cattolica deve dare la possibilità anche ai fedeli musulmani di pregare. Cronaca di una giornata di discussione intensa, quella di ieri, all’indomani delle dichiarazioni di don Massimo Biancalani, prete di Vicofaro che, in uno spazio della sua parrocchia, vorrebbe «stendere dei tappeti» per consentire ai profughi di fede islamica che potrebbero arrivare nell’ambito di un progetto di accoglienza, di rivolgersi in preghiera verso La Mecca. Nel bel mezzo del caso creato dalle sue parole, il prete tiene a chiarire che la sua è stata l’enunciazione di un principio ma che «la forma» in cui potrà trasformarsi in pratica «è aperta». D’altro canto, sia al nostro giornale che all’Ansa, Biancalani conferma quanto già detto.

«Chi vorrà potrà pregare dentro la chiesa, dalla parte dell’ingresso a nord – conferma – chi non se la sentirà potrà farlo in un altro spazio. Che problema c’é? Non avrebbe senso, se vogliamo fare vera accoglienza e integrazione, farli pregare in uno scantinato». La stessa struttura di Vicofaro, chiesa moderna progettata dall’architetto Giovanni Battista Bassi, fornirebbe la disponibilità di spazi «adeguati». «Vogliamo accogliere anche altri credenti nello spirito evangelico di Papa Francesco. Questa – sottolinea Biancalani, già promotore di pastorali per persone omosessuali – è sempre stata una chiesa aperta: nei suoi spazi hanno dormito anche persone senza casa. La proposta è poi inserita in un cammino comune con i profughi che potrebbero giungere con uno specifico progetto d’integrazione».

Corretto, ma solo in parte, il tiro delle dichiarazioni messo stampa nel corso di un colloquio con il vicario della diocesi, Patrizio Fabbri, ieri Biancalani ha però avuto modo di leggere il messaggio WhatsApp inviato dal vescovo, Fausto Tardelli ai presbiteri pistoiesi.

«Vorrei precisare – ha scritto Tardelli – che non è possibile creare spazi per la preghiera di altri culti e religioni all’interno delle chiese destinate alla liturgia e all’incontro della comunità cristiana. Per quella si possono trovare benissimo altri spazi e altri luoghi ben più adatti e più rispettosi anche di chi ha un’altra fede. I motivi – ha specificato la guida della chiesa pistoiese – sono tanti e talmente ovvi che non credo sia necessario nemmeno parlarne».