Il valzer delle aziende partecipate

Chi lascia, chi «scade» e chi resiste: dopo le dimissioni di Cristiano (Publiacqua) via al risiko istituzionale

Palazzo di Giano (Foto Castellani)

Palazzo di Giano (Foto Castellani)

Pistoia, 28 giugno 2017 - Non solo «totogiunta». Da oggi si apre anche il risiko delle nomine nelle aziende partecipate dal comune di Pistoia. Ad aprire le danze, poche ore dopo la vittoria di Alessandro Tomasi, è stato Stefano Cristiano (rappresentante di Pistoia nel cda Publiacqua con un compenso annuo di 22mila euro) che ha affidato a Facebook una lunga lettera nella quale – dopo una lunga disamina dell’attuale situazione politica – annuncia le sue dimissioni dal cda da consegnare nelle mani del sindaco «non appena si sarà insediato e avrà concluso gli adempimenti politici, amministrativi e burocratici che caratterizzano un nuovo mandato e una nuova sindacatura. Dimissioni per una ragione politica e per una civetteria: la ragione politica è che io ho accettato l’incarico affidatomi da Samuele Bertinelli nell’autunno del 2015 condividendo con lui una visione politica e una prospettiva amministrativa. Con lei al contrario non condivido né l’una, né l’altra e considererei incoerente e opportunistico attendere silenziosamente la scadenza del mandato. La civetteria sta nell’ambizione di essere il primo politico pistoiese a poter dire di essersi dimesso da assessore, da segretario regionale e ora anche dal cda di un’azienda partecipata»

Sono molte le nomine e le designazioni alle quali il nuovo sindaco dovrà mettere mano. Partendo da quelle obbligatorie, ovvero quelle la cui durata è legata al mandato del primo cittadino e che Tomasi dovrà rendere note entro 45 giorni dall’insediamento. Ci sono, tra queste, i componenti dell’assemblea dell’Associazione teatrale pistoiese, il cda della Fondazione Jorio Vivarelli, il cda e il collegio dei revisori della Fondazione Marino Marini, il consiglio direttivo e l’assemblea dell’Istituto storico della Resistenza, il comitato esecutivo di Pistoia Futura e il consiglio direttivo del Tiro a segno nazionale.

Ma ci sono anche i rappresentanti del Comune in aziende partecipate la cui durata non corrisponde al mandato del sindaco. Correttezza istituzionale vorrebbe che tali rappresentanti (espressione di un gruppo politico passato dalla maggioranza all’opposizione) rimettessero il mandato nelle mani del primo cittadino, lasciando la lui la scelta se confermarli nel ruolo o sostituirli.  E’ questo il caso, tra le altre aziende partecipate, degli Istituti raggruppati (nel cda siedono Michele Vienni, Marica Bruni, Elisabetta Fabbri, Gabriele Fittipaldi e Lisa Petruzzi), di Copit (presidente Antonio Di Zanni e consigliera Consiglia Sabina Pinto, con un compenso annuo rispettivamente di 46.535 e 6.197 euro), Farcom (amministratore unico Alessio Poli con un compenso annuo di 39.089 euro e le componenti del collegio sindacale Letizia Baldi e Annalisa Cipriani con un compenso annuo di 4mila euro ciascuna), la Fondazione Banche di Pistoia e Vignole-Montagna Pistoiese (Francesca Bardelli), Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia (Elena Gori, membro del Consiglio Generale con un gettone di presenza di 460 euro), Publiservizi (Antonio Travaglini) e Alia (Fabio Giommoni Fabio).

Senza dimenticare la Società della salute (in scadenza a luglio), il presidente della Spes Paolo Bechi, il presidente del collegio sindacale sempre della Spes Roberto Burchietti, con compensi annui rispettivamente di 38.400 e 5.400 euro) e il consigliere di Toscana Energia Fabio Leoni (18mila euro annui).