"Guerra al degrado e più sicurezza Aiuti concrete per famiglie e aziende"

Alessandro Tomasi guida la coalizione di centrodestra

Alessandro Tomasi

Alessandro Tomasi

Pistoia 26 maggio 2017 - Alessandro Tomasi, lei è stato consigliere comunale per dieci anni. Come si descriverebbe?  «Prima di tutto, sono il padre di Marco e Manfredi e il marito di Stella. Lavoro da sempre nell’azienda di famiglia, dividendo il tempo libero tra i miei figli e le mie passioni. Tra queste la più grande, quella a cui mi dedico di più, è quella per la politica».  E’ giovane ma ha già alle spalle tanta esperienza amministrativa. E nel tempo libero cosa fa? Qual è l’ultimo libro che ha letto?  «Sono un appassionato e fedele tifoso della Pistoiese. Per il resto sono un padre a tempo pieno, ma cerco sempre di ritagliarmi il tempo per la lettura: ho un grande amore per i fumetti d’autore, in particolare per quelli di Andrea Pazienza. L’ultimo libro che ho letto è ‘L’apprendistato di Duddy Kravitz’ di Richler, mentre l’ultimo che ho riletto per l’ennesima volta è l’intramontabile ‘Moby Dick’ di Melville».  E’ stato lei a proporsi come candidato a sindaco del centrodestra o sono stati i partiti a cercarla?  «E’ stata una scelta condivisa: io credo che la politica sia gavetta e, dopo aver passato 10 anni inserito nella macchina amministrativa per comprenderla davvero, mi sentivo pronto per propormi. I partiti sono stati lungimiranti e hanno visto in me la giusta sintesi per garantire la coesione del centrodestra, coesione necessaria per essere competitivi in queste elezioni». Infatti ha un’ampia coalizione dalla sua parte, ma non pensa che la corsa dell’ex azzurro Sabella potrebbe portarle via qualche voto?  «Conosco Alessandro Sabella da anni e con lui ho un buon rapporto personale, ma non credo possa portarmi via voti. Rappresentiamo posizioni diverse: io mi propongo come punto di riferimento per l’elettorato di centrodestra e per tutti i cittadini che vogliono un cambiamento concreto».  Lei è sostenuto da una lista civica, «Pistoia Concreta». Pensa che potrà fare la differenza?  «Sì, sono convinto che la lista civica avrà il suo peso. Ne sono orgoglioso perché al suo interno ci sono tanti amici, alcuni di vecchia data, altri conosciuti più di recente, che si sono sempre impegnati nel sociale e che ora mettono la loro passione a servizio della città. Nella lista civica ci sono anche persone di sinistra, a dimostrazione del fatto che pensiamo a Pistoia invece di arroccarci sui vecchi schemi ideologici».   Qual è la battaglia politica che più di tutte ha segnato il suo percorso all’opposizione? «E’ sicuramente quella per il sociale: mi sono impegnato per migliorare le condizioni delle case popolari, per incrementarne la manutenzione e garantirne una giusta assegnazione. La qualità dei servizi sociali deve essere impeccabile. Ho sempre pensato che la politica dovesse prima di tutto interessarsi di chi è in difficoltà».  E gli obiettivi per i prossimi cinque anni di mandato, se dovesse essere eletto?  «Se diventassi sindaco realizzerei una riforma strutturale della macchina amministrativa, riorganizzandone i servizi nel nome dell’efficienza. Inoltre condurrei una vera e propria guerra al degrado, concentrandomi soprattutto sugli impianti sportivi e sugli spazi verdi. Infine, ridefinirei il rapporto tra pubblico e privato per trovare nuove risorse per la città».  Un progetto da realizzare subito ed uno da cancellare.  «Il piano urbano per la mobilità deve assolutamente essere ripensato affinché diventi compatibile con le esigenze delle persone, che spesso per lavoro si trovano costrette a spostarsi in auto. L’intervento più urgente è poi quello per garantire la sicurezza ai cittadini, perché i primi a risentire del degrado sono i pistoiesi economicamente più deboli, che non hanno i mezzi per difendersi da soli». Che Pistoia sogna alla fine dei prossimi 5 anni?  «Tra cinque anni Pistoia ha la possibilità di essere realmente una città godibile e a misura d’uomo. Questo perché, se sarò eletto, le famiglie e i bambini saranno al centro dell’impegno dell’amministrazione e le aziende del territorio, dai vivai alle piccole imprese, ricominceranno a vedere nella politica un aiuto concreto».  Pensa di riuscire ad arrivare al ballottaggio?  «Siamo tutti uniti, abbiamo presentato liste forti fatte da gente giovane e perbene, stiamo lottando strada per strada per arrivare al ballottaggio. Se non ce la faremo non avrò nessun rimpianto perché, a differenza di altri, credo davvero nella democrazia e nel valore del voto. Il vero fallimento sarebbe che le persone non andassero a votare».